Serie B, le gerarchie: Palermo cerca rivali, solo il Venezia insidia Inzaghi

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Con il raduno della Reggiana si è ufficialmente aperta la stagione. E da domani anche le altre squadre partono con i ritiri, i test, le visite. Cosa ci dobbiamo aspettare? Il ridimensionamento dei costi può accendere di più la corsa alla salvezza che quella alla A

Nicola Binda

Giornalista

6 luglio - 10:40 - MILANO

Con la Reggiana al lavoro si è ufficialmente aperta la stagione della Serie B. Via via da domani le altre squadre partono con il raduno, i test atletici, le visite mediche. E poi in tante saliranno in montagna per il classico "lavoro di ossigenazione". In attesa che il mercato porti buone notizie per completare gli organici, sapendo che gli allenatori vorrebbero lavorare con la rosa già al completo, mentre le società faranno molti affari a fine agosto quando i prezzi saranno più accessibili. Un classico pure questo. Sarà dunque la solita Serie B? No, stavolta qualcosa potrebbe cambiare. 

Il proverbiale equilibrio, che di solito emerge più nei 90’ delle partite che nella classifica finale, è già stato messo in discussione nelle ultime stagioni, quando il gap tra le vincitrici (il Parma prima, il Sassuolo poi) è stato ben presto evidente. Stavolta c’è il Palermo a candidarsi per quel ruolo, con l’effetto-Inzaghi che ha già ridato vigore all’ambiente. Perché è un vincente, prima di tutto, ma anche un grande motivatore: basta pensare che Pippo non solo ha chiamato tutti i giocatori per caricarli in vista del ritiro, ma anche tutti i magazzinieri, i fisioterapisti e coloro che faranno parte del gruppone che accompagnerà la sua squadra tutto l’anno. "Ci sei? Sei carico? Guarda che conto su di te per andare in Serie A..." e così via. Risultato: tra una settimana a Saint Vincent arriverà un Palermo già carico a pallettoni. Possiamo dirlo: in attesa delle rifiniture dal mercato, sarà la squadra da battere.

le avversarie

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Il problema è dietro: chi potrà dargli battaglia? Avversari cercasi. Partiamo dalle retrocesse. Solo il Venezia sembra competitivo, anche solo per aver preso un altro vincente come Stroppa, ma bisogna vedere come sarà modificata la rosa rispetto alla A (fosse per il nuovo tecnico, tutti i giocatori sarebbero da confermare). Molta curiosità per l’Empoli, che con Pagliuca e i suoi giovani di valore punta all’ottava promozione in A in 40 anni, quindi un percorso che conosce benissimo. Più incertezza invece per il Monza, in attesa che il cambio di proprietà chiarisca potenzialità e ambizioni, visto che non sempre vanno di pari passo. Altre candidate? Se la Cremonese è stata promossa dopo aver perso la precedente finale playoff, lo stesso percorso (magari senza spareggi, vero D’Angelo?) lo insegue lo Spezia, che sta vivendo una profonda rivisitazione tecnica: riuscirà il piccolo Vlahovic (affare con l’Atalanta vicino alla chiusura) a non far rimpiangere Pio Esposito? Stop. 

alternative cercansi

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Impossibile, al momento, individuare altre squadre da A. Figurarsi la Samp, che non riesce a riemergere dal momento più complicato della sua storia e ha un allarme rosso che suona sempre più forte: come stare tranquilli di fronte a un piano di ristrutturazione del debito non rispettato, vista la mancata promozione in A? Forse ci potranno essere Modena e Catanzaro, per le potenzialità delle proprietà, o il Bari che - vista la deadline del 2028 per le multiproprietà - vorrebbe voltare pagina nella massima categoria per avere un valore maggiore. Tutto in teoria, certo, perché in realtà il refrain che riecheggia da Bolzano in giù è quello della spending review, il contenimento dei costi, quel ridimensionamento soltanto accennato un anno fa, quando gli introiti dai diritti televisivi sono precipitati, ma recepito da pochi, con il risultato di aver dovuto poi ricorrere agli aumenti di capitale per sistemare le cose. 

meno spese, più giovani

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Adesso, come se tutti avessero fatto un patto, ecco la nuova linea. Meno spese e più giovani, magari del 2004, puntando sul minutaggio per incassare qualcosa in più, pur sapendo che la torta è quella: con 8 fette ha un sapore, con 16 un altro... La prudenza gestionale dei club è da apprezzare, l’effetto che avrà sulla competizione tutto da verificare. Il rischio è che quanto visto nell’ultima stagione sia ancora più evidente: si giocherà più per salvarsi che per vincere. A meno che ai club non torni l’acquolina. Come? Magari grazie ai diritti tv. Chissà...

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