L''Electronic line calling system',
l'apparecchio che a Wimbledon ha sostituito i giudici di linea
durante i Championships, è tornato nel mirino a causa di un
errore di chiamata durante l'incontro dei quarti di finale tra
la britannica Sonay Kartal e la russa Anastasia Pavlyuchenkova.
Sul 4-4 nel primo set, un rovescio della britannica è finito
fuori campo ma il sistema non l'ha registrato e il giudice di
sedia ha fermato il gioco, col replay che ha evidenziato
l'errore. Invece di dare il punto, che valeva il game, alla
russa, è stato deciso di rigiocarlo e Kartal è riuscita a
recuperare lo svantaggio e a fare il break, andando poi a
servire per il set. Pavlyuchenkova ha protestato col giudice -
"Mi hai tolto il game", ha detto - ma poi si è calmata ed è
riuscita a raggiungere il tie brak, vincendolo 7/3, per poi
chiudere il match imponendosi 6-4 nella seconda partita.
Il problema così non è risultato decisivo, ma l'All England
Club ha dovuto spiegare che "a causa di un errore
dell'operatore, il sistema è stato disattivato sul punto in
questione. Il giudice di sedia ha seguito la procedura
stabilita". Il caso odierno non è il primo emerso. Diversi
giocatori hanno espresso la loro mancanza di fiducia nelle
chiamate elettroniche a Wimbledon, con Emma Raducanu che le ha
definite "sospette" e Belinda Bencic che ha affermato che le
lamentele sulla tecnologia sono un tema molto discusso negli
spogliatoi. Anche Jack Draper ha messo in dubbio l'accuratezza
del sistema dopo la sconfitta al secondo turno contro Marin
Cilic.
La tecnologia automatizzata è diventata uno standard nel
tennis, con tutti gli eventi del circuito Atp maschile e molti
tornei Wta che la utilizzano. Tra gli slam, l'Australian Open e
gli Us Open sono completamente automatizzati, mentre il Roland
Garros si affida ancora a giudici di linea.
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