Scudetto, Napoli e Inter in prima fila. Occhio al Milan di Max. La Juve è solida, ma manca qualità

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L’assenza di Lukaku pesa, i nerazzurri hanno tanta qualità. Milan competitivo. Da completare Juve e Roma. Ambiziose Bologna e Fiorentina. Attenti a Como e Toro

Luigi Garlando

Giornalista

23 agosto - 09:10 - MILANO

È arrivato per primo al traguardo, riparte per primo. Alle 18.30 di oggi, il Napoli rimette in gioco lo scudetto, 92 giorni dopo averlo vinto. A Reggio Emilia, città del Tricolore. Il Gran Premio del pallone parte con i meccanici immersi nei motori, a cofani aperti. Le macchine cambieranno ancora. Il giorno in cui il campionato sgommerà a mercato chiuso sarà una conquista di civiltà sportiva.

scudetto

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Perdere Romelu Lukaku così a lungo è una mazzata tattica ed etica: con il Grande Capo in battaglia, tutti si sentono più forti. Però un mercato ambizioso, che ha dato ad Antonio Conte doppioni di qualità in ogni ruolo e l’abbagliante ciliegina De Bruyne, pretende il Napoli favorito. Conte è stato il primo artefice del capolavoro, dovrà esserlo ancora di più quest’anno: per trovare nuovi equilibri, gestire rotazioni e coppe che non aveva e alimentare una fame meno istintiva. Senza la ventennale esperienza del collega, dovrà essere decisivo anche Cristian Chivu perché l’Inter deve ringiovanire e cambiare pelle tattica. L’arrivo di Diouf facilita il passaggio a una forma più offensiva (3-4-2-1), nonostante il fallito approdo di Lookman che lascia scoperta una funzione: l’apriscatole da uno contro uno. In mezzo c’è abbondanza, Sucic chiede spazio: il giovane Chivu dovrà scegliere sempre. Nel complesso, rosa attrezzata e di alta qualità. Dovesse ripetersi il duello scudetto Napoli-Inter, nessuno spalancherebbe gli occhi.

champions

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Il Milan appare il più vicino alla coppia. Allegri ha già riportato fiducia e consapevolezza tattica. Tare ha restituito logica al mercato, anche se per il centravanti poteva andar meglio del ripiego Boniface. Bei nomi: Modric, Ricci, Jashari... Senza scordare però che Theo era tanta roba. Da verificare tatticamente le alternative a difesa e ripartenza. Ma le settimane senza coppe, tesoro che ha fatto ricco il Napoli, fanno sognare il Diavolo. Solida anche la Juve, ma senza la qualità creativa in mediana della concorrenza. A meno che Koop... Lì in mezzo un campione vero, un leader tecnico, serviva come il pane. E poi è ancora aggrovigliata la matassa offensiva: Vlahovic non parte, Kolo non arriva... Difficile per Juric tenere tanto in alto l’Atalanta: come dirigere Sanremo dopo Pippo Baudo. Ci proverà anche il Bologna di Italiano che ha la forza del gioco, ma ha subito partenze dolorose: Ndoye, Beukema. Punta il giardino Champions anche l’ambiziosa Fiorentina di Pioli che, forte di un buon mercato, ha già dato segnali di buona crescita. La Roma, al contrario, è stata frenata da un mercato lento e pasticciato. Gasperini, che fonda tutto sull’attacco, non ha potuto allenare le punte esterne che aspettava e stasera debutterà all’Olimpico nervosetto. Ma il trapianto del furore agonistico del Gasp nella Capitale resta il progetto tecnico più intrigante.

sorprese e salvezza

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Il controspionaggio ha segnalato un preoccupante ammasso di qualità sulle rive del lago di Como: esterni, mezze punte... Tutti si aspettano che Cesc, come il Che, guidi i suoi giovani rivoluzionari all’assalto dell’Europa, forte della consapevolezza guadagnata nel torneo scorso. Contro lo stereotipo della ciurma da battaglia, anche il Genoa ha imbarcato qualità (Carboni, Stanciu, Gronbaek, oltre a Malinovskyi e Messias) e si candida a sorprendere. Come il Torino che prolunga la saga dei gemelli (Zapata-Simeone) e con Asllani rifinisce una mediana interessante. Si è rafforzato. La qualità offensiva di Berardi, Pinamonti e Laurientè innalza il Sassuolo oltre le due neopromosse, Pisa e Cremonese, gracili in zona gol e condannate alla sofferenza. Dovranno guardarsi alle spalle anche i club che hanno perso i loro bomber: Parma (Bonny), Lecce (Krstovic), Cagliari (Piccoli) e Udinese (Lucca).

ritorni

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È anche il campionato dei ritorni, a cominciare da Pioli, Allegri e Sarri, mister scudettati. Sarri guida una Lazio quasi immune dal mercato, promette tute e palleggio contro la verticalità dilagante. Ha ragione lui: «Spagna e Psg sul trono d’Europa cosa fanno? Palleggiano». Eccellenze come De Bruyne e Modric e la corsa agli esterni offensivi lasciano supporre una qualità tecnica superiore a quella, modesta, del torneo scorso. Intriga la scommessa Cuesta (Parma), baby mister di 29 anni, 10 meno di Modric.

gol

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Mateo Retegui ha liberato il trono del gol e se n’è andato in Arabia a guadagnare due soldi. A Lautaro Martinez spetta il ruolo di lepre. Una rivelazione? Pellegrino (Parma). Nell’anno del Mondiale seguiamo i nostri giovani bomber: Lucca, lanciato dall’infortunio di Lukaku; il ritrovato Scamacca; Kean, che ha già cominciato a segnare; accanto a lui, Piccoli che cerca la stagione della svolta, come Colombo, Camarda, Pio Esposito... Scatenate l’inferno, ragazzi, il c.t. Gattuso vi guarda. Torna a competere uno che il titolo di capocannoniere l’ha vinto 4 volte: Ciro Immobile. Lo ricorderemo come il campionato degli arbitri parlanti. Oggi potrebbe essere la prima, storica, volta. Ma non sarà mai una innovazione tecnica a migliorare la giustizia, semmai i nostri comportamenti. Meno simulazioni, meno proteste, più responsabilità, più collaborazione. Con due guerre sull’uscio di casa, diventa ancora più assurda la violenza allo stadio e fuori dalla storia ululare di razzismo. Buon campionato a tutti.

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