Juve, missione finale per Tudor: quota 70 punti per la Champions e poi l'addio

2 giorni fa 5

Col Venezia può essere la sua ultima gara in A con i bianconeri. Giuntoli: "Decideremo dopo il Mondiale per Club"

Fabiana Della Valle

Giornalista

20 maggio - 09:17 - TORINO

Ultima fermata Venezia, stadio Pier Luigi Penzo, che sarà caldissimo e pienissimo per l’occasione. Il viaggio italiano di Igor Tudor sulla panchina bianconera è cominciato poco meno di due mesi fa a Torino e si concluderà a più di 400 chilometri di distanza. Poi ci sarà il Mondiale per Club negli Usa, ma la sua missione è centrare il quarto posto in campionato. Il tecnico croato lo sa fin dal primo giorno e ha accettato un contratto a termine — pur non amando l’etichetta di traghettatore — per amore della Signora ma anche perché era convinto di poter raggiungere l’obiettivo. Servirà ancora una vittoria contro un Venezia che ha ancora speranze di salvezza per restare ancorati alla quarta piazza e non dipendere dai risultati di Roma e Lazio. L’ultimo step, così lo ha definito Tudor dopo il 2-0 sull’Udinese, per portare a termine l’impresa. Il paradosso è che il sostituto di Thiago Motta rischia fortemente di consegnare al club il pass per la prossima Champions e poi dire ugualmente addio, nonostante il contratto in scadenza al 30 giugno preveda il rinnovo automatico in caso di qualificazione (ma la Signora può liberarsi entro fine luglio pagando una penale). Tudor ne è sempre stato consapevole e anche per questo si giocherà il tutto per tutto, per la Juventus e per convincere altri a scommettere su di lui.

Champions e salto

—  

"Igor ha avuto un grande impatto. Me lo aspettavo sergente di ferro e invece è molto attento nell’interpretare il tutto sotto l’aspetto psicologico — ha detto Cristiano Giuntoli, ieri a Portofino per il Premio Telenord - Gianni Di Marzio —. È importante fare un ultimo passo verso l’obiettivo. Abbiamo cambiato tanto, ringiovanito tanto ma vogliamo arrivare in Champions League e poi con qualche innesto fare il salto". Il direttore tecnico della Signora sta già lavorando sul futuro, ma in questo momento la priorità è il presente e la panchina resta un’incognita. Il sogno è Antonio Conte, considerato all’unanimità l’uomo giusto per riportare in alto la Juventus dopo cinque stagioni di magra, che in questo momento però è in altre faccende affaccendato (leggi scudetto). Nel frattempo toccherà all’ex difensore, che è stato anche suo compagno di squadra preparagli il terreno per la prossima stagione.

Quota 70

—  

Tudor ha avuto un buon impatto sulla Juventus, come dimostrano i numeri: in 8 partite 4 vittorie (tutte in casa), 3 pareggi e una sconfitta, con una media punti di 1,88 a match (più alta di quella di Motta, che era di 1,79). Se batterà il Venezia oltre a regalare la Champions alla Juventus (garantendole una sessantina di milioni di euro) chiuderà con 70 punti, uno in meno rispetto all’ultimo Massimiliano Allegri, che nel 2023-24 si fermò a 71.

Mondiale e addio

—  

"Su Tudor decideremo dopo il Mondiale per Club", ha aggiunto Giuntoli, rimandando ogni decisione a fine giugno. La Juventus partirà per gli Stati Uniti il 14 giugno e ci resterà di sicuro fino al 26, quando si giocherà l’ultima gara del girone. In caso di qualificazione agli ottavi il torneo si protrarrà oltre il 30 giugno ma è difficile immaginare che si vada così oltre nella scelta del futuro tecnico. Tudor ha puntato sul carattere più che sugli schemi, provando a restituire un’anima a una squadra sfiduciata e con l’autostima al minimo. Ha lavorato sulla testa dei giocatori e il club gli riconosce di aver fatto un buon lavoro in poco tempo, ma dall’altra parte dopo il fallimento della rivoluzione mottiana è più propenso a ripartire da un allenatore vincente. Da uno specialista dello scudetto, identikit che porta dritto a Conte. "Non penso al futuro e non mi sento inferiore a nessuno": la filosofia di Tudor è racchiusa in queste due frasi. Vuole la Champions a tutti i costi, perché sarebbe una medaglia, e poi si godrà l’esperienza al Mondiale per Club, sapendo che quasi certamente dopo l’America sarà addio. Ma magari resterà ugualmente in A, chi lo sa. 

Leggi l’intero articolo