Horner a Max: "La perfezione". Giusto: ecco perché Verstappen è il più forte di tutti

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Cattivo, freddo, implacabile. E una gestione maniacalmente perfetta di ogni aspetto nel weekend: così Max ha vinto nonostante una vettura potenzialmente inferiore alle McLaren

Jacopo Moretti

6 aprile - 11:21 - MILANO

Nessuno come Max. Il campione del mondo olandese vince il Gp del Giappone, un successo costruito sulla straordinaria pole position del sabato, inattesa forse più di una vittoria dove la solita gestione gomme da fenomeno gli ha permesso di tenere a bada i timidi attacchi delle due McLaren. “La perfezione” commenta via radio il team principal Christian Horner, anche lui senza parole di fronte ad un pilota in grado di vincere per la quarta volta consecutiva a Suzuka (record assoluto). 

al limite

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Quella giapponese, “l'Università della Formula Uno”, è una pista in cui chi sta al volante può ancora fare la differenza e Verstappen lo ha dimostrato. Perché se prima del via, scongiurato il pericolo pioggia, sembrava che le McLaren fossero destinate a fare un sol boccone della sua Red Bull, la gara ha detto tutt’altro. L’olandese ha puntato Norris ai semafori, contenuto l’attacco dell’inglese e da lì gestito una corsa sempre al limite, in costante difesa, ma mai in affanno. Come se sotto sotto sapesse già che Suzuka si sarebbe trasformata in una sorta di Monaco alla giapponese, con il più classico dei trenini e un solo sorpasso tra i primi dieci (quello di Hamilton su Hadjar). 

senza cattiveria

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Ed è forse questa la vera sorpresa. Nessun duello, o quasi, per la vittoria. Solo uno scontro sfiorato tra Verstappen e Norris in corsia box con l’inglese finito sull’erba. Poi qualche scaramuccia via radio, nulla di più. A Lando è mancata ancora una volta la cattiveria. Gli servirà se vuole diventare campione del mondo, specie con un Piastri così. Se la McLaren avesse lasciato passare l’australiano – più veloce del compagno sul finale – forse il risultato sarebbe stato diverso. Scelta difficile, specie di fronte ad un doppio podio che legittima ancor più il dominio papaya nella classifica costruttori. 

la differenza

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Tra i piloti, però, ora Max è ad un punto da Norris. Un risultato che ha dell’incredibile se si considerano le difficoltà tecniche con cui l’olandese è costretto a convivere. La sua RB21 è lontana parente delle monoposto con cui ha dominato in passato, è debole al posteriore, scivola ed è difficile da guidare. Tsunoda, dodicesimo a più di un minuto dal compagno, parla da sé. “Ho battuto la miglior macchina in pista – esulta Max a fine gara – non ho bisogno di lodarmi, so di cosa sono capace e so che posso fare la differenza”. Chissà che non voglia farla anche nel mondiale, proponendosi per il quinto titolo di fila…

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