De Bruyne, l'uomo che fece innamorare Guardiola. E che grazie a Pep ha cambiato il calcio

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(FILES) Manchester City's Spanish manager Pep Guardiola (L) celebrates with Manchester City's Belgian midfielder #17 Kevin De Bruyne (R) after the English FA Cup quarter-final football match between Bournemouth and Manchester City at the Vitality Stadium in Bournemouth, on the south coast of England on March 30, 2025. Manchester City midfielder Kevin De Bruyne confirmed on Friday, April 4, that he will leave the club at the end of the season. (Photo by JUSTIN TALLIS / AFP) / RESTRICTED TO EDITORIAL USE. No use with unauthorized audio, video, data, fixture lists, club/league logos or 'live' services. Online in-match use limited to 120 images. An additional 40 images may be used in extra time. No video emulation. Social media in-match use limited to 120 images. An additional 40 images may be used in extra time. No use in betting publications, games or single club/league/player publications. /

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Dopo dieci anni il belga dà l'addio al City. Il suo tecnico stravedeva per lui. E di lui disse: "Messi è seduto da solo su un tavolo. Nessun altro è autorizzato. Ma al tavolo accanto, Kevin può sedersi lì"

Giorgio Burreddu

6 aprile 2025 (modifica alle 11:20) - MILANO

Kevin De Bruyne non è mai stato per la diplomazia. Tre anni fa, in un’intervista al Guardian, a casa sua, circondato dalla moglie e figli (lo pretese lui), gli chiesero se pensava di guadagnare troppo (20 milioni di sterline a stagione). Kevin ci pensò su un momento. Poi diede una di quelle risposte che fanno tanto arrabbiare i qualunquisti. “Paragono il mio stipendio a quello di un cantante. Sì, sono un sacco di soldi, ma sono troppi? Non è una risposta popolare, ma no”. In questi dieci anni al Manchester City De Bruyne è stato tutto. Genio, sregolatezza, intuito, bellezza. Un luccichio in un calcio trasognato. E nell’elenco bisogna ficcarci dentro pure i gol. Che non fanno curriculum, questo no: De Bruyne non ne ha bisogno. Servono a dare la misura di quel che uno dei centrocampisti più forti dell’ultima generazione è stato per il calcio mondiale. L’annuncio del suo addio a fine stagione a parametro zero è come uno di quei giorni in cui arriva il vento. Non puoi evitarlo, meglio accoglierlo. Con tanto di conseguenze. 

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