Alla Juve lo mise ai margini, oggi proverà a metterlo ko: Sassuolo-Napoli, Conte ritrova Grosso

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Le strade dei due tecnici si incrociano di nuovo dopo i trascorsi in bianconero

Guendalina Galdi

Giornalista

23 agosto - 07:45 - MILANO

I campioni d’Italia contro una neopromossa. Antonio Conte contro Fabio Grosso. La storia nella storia di una delle due prime partite del campionato che inizia è quella tra due allenatori che si sono incrociati alla Juve ma poi anche Bari è stata una tappa in comune. Tempi e ruoli diversi, almeno per chi ora guida il Sassuolo. Grosso è stato allenato da Conte poi è diventato suo collega, iniziando in quella Juve (Under 19) che li ha uniti e divisi allo stesso tempo.

conte in panchina, grosso ai margini

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Torino, fine maggio 2011. Pirlo, Pazienza e Ziegler arrivano presto a parametro zero ma – allora come oggi – c’è bisogno di vendere e la lista dei partenti è nutrita: Amauri, Iaquinta, Felipe Melo, Grygera, Motta e Grosso. Peccato però che tra gli arrivi di prima, lo svizzero duri appena tre mesi: mai una partita ufficiale, il giorno dell’esordio non è mai arrivato e ad agosto via al Fenerbahçe. Che parabola per Ziegler: arrivato con Delneri, bocciato da Conte. La sliding doors che però allo stesso tempo ha ridato una chance a Grosso. Torino, agosto 2011: Grosso non è più sul mercato, non è arrivata nessuna offerta convincente e col club decide di rimanere un’altra stagione, insomma fino alla scadenza del contratto. Un film già visto: anche l’anno prima iniziò ai margini ma poi trovò spazio, complice anche il grave infortunio di De Ceglie di cui, in quel 2011-12, è diventato il tutor. D’altronde Grosso, anche se ai margini come l’estate precedente, si è sempre allenato ma Conte non lo vedeva proprio e il campione del mondo del 2006, l’eroe di Dortmund e dei rigori contro la Francia, chiude quella stagione con appena due apparizioni, 180 minuti in tutto. “Dopo un paio di presenze finii in tribuna: all’epoca le panchine non erano ancora allargate. Ci confrontammo, io non sentivo più una motivazione fortissima, gli chiesi di non convocarmi in trasferta se dovevo andare in tribuna, lui fu d’accordo con me – ha spiegato lo stesso Grosso alla Gazzetta –. Però con Antonio il rapporto era ottimo”. Nessuna frizione dunque ma non si può certo parlare di idillio.

allo specchio?

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Cosmi, Guidolin, Delneri, Mancini, Ferrara, Zaccheroni e Conte hanno allenato Grosso nei club; Trapattoni, Lippi e Donadoni in Nazionale: il risultato qual è? “Ho cercato di prendere qualcosa da tutti. Poi ho rielaborato cercando di offrire una proposta mia: le idee funzionano se nascono dentro di te”, la sicurezza di Grosso che nell’ottobre 2017 – da allenatore – è entrato nella storia del Bari come Conte, protagonista però della promozione del 2009, non è riuscito a fare: mai la squadra pugliese aveva inanellato cinque vittorie nelle prime sei partite nei precedenti 27 campionati al San Nicola. Questione di dati, esperienze condivise in tempi diversi. E adesso? Le loro strade si incrociano di nuovo, uno con l’ambizione di confermarsi al top, l’altro con la speranza di mantenere la categoria ritrovata. “Grosso avrà un futuro importante – aveva detto l’ad del Sassuolo, Carnevali, lo scorso aprile – è il giusto mix tra Antonio Conte e Simone Inzaghi”. La prima giornata di campionato sfugge a qualsiasi pronostico: sarà come guardarsi allo specchio?

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