Vuoi dimagrire? Allora non distrarti mentre mangi. Lo dice la scienza

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Distrarsi troppo durante i pasti fa "dimenticare" di essersi saziati. E si mangia di più

Giacomo Martiradonna

18 giugno - 16:20 - MILANO

Mangiare mentre si guarda la televisione, si naviga su internet o si chiacchiera potrebbe interferire con il senso di sazietà. Secondo uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della University of Southern California e pubblicato su Nature Communications, distrarsi durante i pasti rischia di compromettere la formazione delle memorie legate all'esperienza dell'alimentazione, il che a sua volta aumenta la probabilità di avvertire nuovamente i morsi della fame a breve distanza dal pasto. Lo studio è stato condotto su modelli animali, quindi i risultati debbono essere interpretati con cautela per quanto riguarda l'applicazione diretta all'uomo. Ma se le osservazioni sui topi verranno confermate anche per la nostra specie, la raccomandazione è chiara: a tavola è meglio restare concentrati.

Distrarsi quando si mangia fa ingrassare

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I ricercatori si sono focalizzati su una particolare area del cervello deputata alla memoria, l'ippocampo ventrale, e hanno osservato che durante il pasto si formano tracce mnestiche (cioè i ricordi) che registrano informazioni come il luogo e l’orario in cui si è mangiato. "Funzionano come sofisticati database biologici che memorizzano più tipi di informazioni", ha spiegato il coordinatore dello studio, Scott Kanoski.

Questi ricordi non sono fini a sé stessi: l’ippocampo ventrale è collegato infatti con l'ipotalamo laterale, un'area del cervello coinvolta nella regolazione della fame e degli impulsi alimentari. Quando la connessione tra queste due aree viene interrotta, i topi tendono a mangiare in eccesso, come se non ricordassero di aver già consumato del cibo.

attenzione a tavola e dieta

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Pur con tutti i limiti di questo studio, i ricercatori ritengono che il meccanismo individuato possa tuttavia contribuire a chiarire alcuni aspetti dei disturbi alimentari negli esseri umani. È stato infatti osservato che chi ha deficit di memoria può consumare più pasti in sequenza ravvicinata, poiché dimentica di aver mangiato o dà poco peso all'ultimo pasto. La memoria, in altre parole, non sarebbe soltanto l'archivio passivo delle esperienze passate, ma un elemento attivo nel modulare il senso di sazietà. "Stiamo finalmente iniziando a capire che ricordare cosa e quando si è mangiato è cruciale per un'alimentazione sana tanto quanto le scelte alimentari stesse", ha concluso Kanoski. Se l'obiettivo è perdere peso, dunque, meglio essere ben consapevoli delle calorie introdotte con il pasto (spesso si tende a sottostimarle), e del pasto appena consumato. In questo approccio potrebbero nascondersi sviluppi terapeutici alternativi per la gestione del peso.

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