Von der Leyen al Pe, Patrioti pronti alla sfiducia

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Giro di boa domani per Ursula von der Leyen. La presidente della Commissione Europea si recherà a Strasburgo, nell'emiciclo del Parlamento Europeo, per affrontare il dibattito sulla mozione di sfiducia che la vede coinvolta. Nata come iniziativa individuale dell'eurodeputato bulgaro di Ecr Gheorge Piperea per protestare contro il Pfizergate, il caso è montato e ora agglutina i malumori trasversali per quello che viene visto come uno stile di governo autoritario: ultimo esempio sarebbe l'estromissione dell'Eurocamera dal percorso di approvazione del RearmEU. Il voto vero e proprio si terrà però giovedì. Von der Leyen non rischia nulla, la mozione non passerà. Il dibattito, dunque, avrà ancora più importanza perché raccoglierà il senso politico della protesta.
    La presidente - confidano fonti a lei vicine - si sta preparando con grande cura e sta ultimando un discorso dalle note molto "battagliere". Non si esclude poi la possibilità di un colpo di teatro, ovvero che in aula alla fine si presenti l'intera Commissione: il messaggio in quel caso sarebbe chiaro, uno per tutti e tutti per uno. Al voto le famiglie politiche del Parlamento si presentano con posizioni alquanto cristallizzate.
    I Patrioti hanno già annunciato il sì alla sfiducia, intestandosi di fatto la battaglia. Più complicata la posizione di Ecr, il gruppo presieduto sino a poco tempo fa da Giorgia Meloni. Fonti di partito hanno fatto notare che la mozione di sfiducia "non è un'iniziativa decisa dal gruppo" - tant'è vero che la mozione conta sulla firma di 27 membri su 79 del gruppo, ovvero un terzo - e non ci sarà un'indicazione di voto vincolante. Ogni eurodeputato, insomma, deciderà in piena libertà.
    I socialisti di S&D, i popolari del Ppe, i liberali di Renew e i Verdi - gli azionisti principali della maggioranza Ursula - si esprimeranno naturalmente contro, difendendo l'esecutivo.
    Punto di domanda invece per The Left, il gruppo della sinistra-sinistra di cui fa parte il Movimento 5 Stelle (che invece è orientato a schierarsi contro von der Leyen).
    L'eurodeputato Pedullà ha infatti spiegato che attenderanno "la riunione del gruppo" ma ha sottolineato che "dopo un anno di disastri della commissione oggi è il momento di usare qualsiasi strumento per fermarla". Se si guarda agli equilibri italiani, non c'è solo il campo largo a spaccarsi, ma anche la maggioranza di governo. La Lega, infatti, sarà compatta per la sfiducia, come tutti i Patrioti mentre Forza Italia si opporrà, insieme al Ppe.
    Ursula quindi sopravviverà, al di là del teatro politico di domani. Questo però non significa che sia tutto rose e fiori. Il malcontento per la sussurrata riforma del bilancio europeo, con assegnazioni per Paese superando l'attuale sistema dei fondi, come agricoltura e coesione, sta crescendo. Così come le tensioni all'interno della maggioranza, ad esempio sul green deal. "Noi, come sapete bene, non votiamo mai con l'estrema destra. Magari dovreste fare la stessa domanda ai popolari che spesso lo fanno", ha detto ad esempio la presidente del gruppo Socialisti e Democratici, Iratxe Garcia Perez, rispondendo alla domanda se il suo gruppo voterà o meno la sfiducia..
   

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