Tutto sul bacio, un linguaggio (quasi) universale

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Il bacio,  tanto semplice quanto ricco di significati, è presente in quasi tutte le culture del mondo. Eppure, al di là della sua apparente universalità, assume forme, usi e simboli profondamente diversi, riflettendo le peculiarità sociali, culturali e storiche di ciascun contesto.
In occasione della Giornata Internazionale del Bacio, che cade il 6 luglio, gli esperti linguistici di Babbel hanno delineato un viaggio linguistico e culturale attraverso le espressioni onomatopeiche e idiomatiche che riguardano i baci, analizzando inoltre il ruolo di questo gesto nel codice sociale di alcune culture in giro per il mondo.

“Nell’immaginario collettivo, il bacio romantico appare come un gesto istintivo e universale, ma analizzandone la storia culturale e linguistica emerge che quest’espressione fisica ha una realtà molto più complessa e sfaccettata. Il bacio è, infatti, una costruzione culturale e una pratica consolidata solo in alcuni paesi del mondo. È per questo motivo che nelle diverse lingue esso veicola significati differenti sia nella sfera linguistica che in quella culturale. Per poter comprendere a pieno una cultura, diventa quindi importante capire le specificità delle sue manifestazioni d’affetto, le relative interpretazioni e distinguere tra i gesti socialmente accettati e quelli ancora considerati tabù” dichiara Noël Wolf, Content Creator and Language Teacher di Babbel.

Come suonano i baci in giro per il mondo da “smack” a “chu”

Nonostante il bacio sia un suono che viene riprodotto universalmente nella stessa maniera avvicinando le labbra e facendole schioccare, gli esperti  hanno evidenziato come l’onomatopea utilizzata per trascriverlo graficamente può variare a seconda della cultura e delle caratteristiche fonetiche e ritmiche di ciascuna lingua.

Smack: nella lingua italiana, lo schiocco delle labbra viene riprodotto graficamente con la parola “smack”: un suono che riesce ad evocare l’immediatezza di questo gesto che può essere interpretato sia in maniera affettuosa che sensuale. Quest’onomatopea ha origine nella cultura fumettistica italiana e viene utilizzata per rendere l’idea di un bacio particolarmente sonoro, riprodotto attraverso la chiusura e riapertura delle labbra in uno schiocco.
Me me dā (么么哒): estremamente popolare nello slang cinese parlato sulle piattaforme online come chat e blog, “me me dā” (么么哒) riproduce il suono di un bacio soprattutto in contesti virtuali affettuosi o giocosi. Le lettere “me me”, pronunciate come “m’m’” assomigliano all’onomatopea del bacio “muah”, mentre la particella “dā” viene tipicamente inserita alla fine di frasi prive di significato per dare enfasi. Solitamente, nello scambio di messaggi, questa espressione viene accompagnata da emoji o simboli visivi per rafforzare la manifestazione di affetto. 
Chu (チュ): in giapponese, il suono del bacio viene invece indicato con la parola “chu” (チュ), e, come in italiano, quest’espressione è spesso impiegata nei manga e negli anime. L’onomatopea “chu” viene utilizzata anche per esprimere un bacio affettuoso dato sulla fronte o sulla guancia in un’accezione più dolce e infantile, anziché sensuale e seduttiva, simbolo della riservatezza della cultura giapponese e della tendenza a mostrare le emozioni in modo più sottile.
Mats muts (Ματς-μουτς): l’onomatopea utilizzata nella lingua greca “mats-muts” (Ματς-μουτς) esprime una serie veloce di piccoli baci affettuosi. Grazie alla ripetizione e somiglianza fonetica delle due parole, che vengono distinte unicamente da una vocale, viene riprodotto un ritmo e una cadenza sonora simile a quello di una sequenza di baci brevi, ma calorosi.

Tra regole non scritte e baci olfattivi: gli usi e costumi dei baci in tutto il mondo

Ogni paese ha un codice sociale, esplicito o implicito, che va rispettato e dove il rituale del bacio può assumere diverse sfumature di significato. Ecco le diverse inclinazioni di questo gesto universale, svelando dove è visto quasi come un rito obbligatorio per essere accettati socialmente e dove, invece, viene sostituito da altre usanze singolari.

La kissing etiquette: l’usanza di salutarsi con il bacio sulla guancia è uno dei rituali più diffusi soprattutto in paesi europei e dell’America Latina, che rientra nell’insieme di regole non scritte del bon ton, il galateo che guida i gesti quotidiani. Per non sfigurare all’estero, è importante saper cosa fare quando ci si approccia a qualcuno o lo si conosce per la prima volta poiché, in paesi come l’Italia, la Spagna, la Grecia, ma anche la Colombia, l’Argentina e la Russia è probabile che venga offerta la guancia al posto della tradizionale stretta di mano. A variare in questi casi è il numero di baci che è solito dare: ci si ferma a uno solo nei paesi latinoamericani, mentre si sale a due in quelli europei, fino ad arrivare addirittura a tre nei paesi balcanici come la Macedonia, il Montenegro e la Serbia. In queste culture, quello che solitamente è visto come uno scambio di affetto intimo, diventa un vero e proprio rito sociale da conoscere e rispettare, soprattutto per non rischiare di apparire scortesi o fuoriluogo.
I baci olfattivi: in alcune culture del sud-est asiatico e dell’Africa, lo scambio di baci non avviene attraverso il contatto delle labbra, ma avvicinando il naso alle guance, in un bacio non convenzionale e definito come “olfattivo”. In Thailandia si usa avvicinare il naso alla guancia della persona amata e inspirare delicatamente; questo gesto è chiamato “hom gäm” o “haawm” e, nella società thailandese non aperta allo scambio di effusioni in pubblico, agisce come regolatore sociale, permettendo di esprimere affetto senza trasgredire i codici di comportamento. Anche nelle popolazioni africane, come quella degli Yoruba in Nigeria, anziché lo scambio di baci, la dimostrazione di affetto o ammirazione nei confronti dell’altra persona viene espressa attraverso un vigoroso annusare.
La bise francese: in Francia, una vera e propria usanza è quella della “bise”, ovvero il rituale di saluto saldamente radicato nella cultura del contatto francese. L’atto stesso del baciare la guancia (che spesso è semplicemente un bacio all’aria senza un vero e proprio contatto) ha trovato anche la propria definizione nella lingua francese “faire la bise”, che racchiude l’idea del “baciarsi reciprocamente sulla guancia”. Il numero di baci che viene scambiato varia a livello regionale e può arrivare anche a quattro baci, mentre i parigini ne danno solo due. Secondo l’etichetta sociale francese, è fondamentale baciarsi quando si incontra qualcuno per la prima volta, anche all’interno dell’ambiente lavorativo.

Dal “baciare le impronte” al “baciare i defunti”: i modi di dire bacio-centrici

Tra devozione, ironia e ritualità, Babbel ha indagato alcuni dei modi di dire che ruotano intorno al bacio per spiegarne le molteplici sfaccettature e interpretazioni che vengono date a questo gesto affettuoso in culture diverse nel mondo.

Kiss and tell: l’espressione idiomatica “kiss and tell”, tipica della lingua inglese e che significa letteralmente “baciare e raccontare”, in origine, veniva utilizzata per indicare il comportamento di chi rivelava dettagli intimi o compromettenti, principalmente riguardanti la sfera sessuale e amorosa. Al giorno d’oggi, invece, la frase ha assunto un significato più ampio, riferendosi in generale alla condivisione di dettagli privati, specialmente attraverso libri o interviste (“kiss-and-tell book”, “kiss-and-tell interview”) che raccontano i retroscena scandalosi della vita di personaggi famosi, principalmente per creare scalpore e attirare l’interesse mediatico.
Llegar y besar el santo: questo modo di dire spagnolo, che significa “arrivare e baciare il santo”, è una metafora che affonda le sue radici nel Medioevo, epoca in cui divennero particolarmente popolari i pellegrinaggi verso santuari che ospitavano reliquie religiose. All’arrivo, i pellegrini affrontavano lunghe code per arrivare finalmente a baciare la statua del santo ed esternare la loro devozione. Nell’uso quotidiano di questa locuzione idiomatica, “arrivare e baciare il santo” indica l’ottenimento di una ricompensa senza aver faticato, veicolando l’idea di un successo immediato che salta le tappe intermedie.
Annyit ér, mint halottnak a csók: con questo detto ungherese, poetico e macabro allo stesso tempo, si vuole indicare l’inutilità e la futilità di un gesto. Infatti, questa frase significa “vale quanto un bacio per un morto” e suggerisce l’assurdità di uno sforzo vano, poiché rivolto a qualcuno che non può percepirlo e che quindi perde valore ed efficacia. Quest’espressione invita a riflettere sulle priorità a cui dare importanza ed a imparare a riconoscere dove le nostre energie non possono avere impatto.
Humalik sa Yapak: nella lingua filippina, questo modo di dire, che può essere tradotto come “baciare l’impronta”, viene utilizzato per esprimere una venerazione quasi religiosa o un’ammirazione estrema nei confronti di qualcuno. In questa  espressione il bacio, che si allontana dalle labbra e si estende simbolicamente all’impronta, dimostra una devozione assoluta, che riguarda non solo la persona come tale, ma anche il segno che ha lasciato nel mondo con il suo passaggio. 
Wir küssen deine Augen: in tedesco, la frase “wir küssen deine Augen”, letteralmente “baciamo i tuoi occhi”, è un’espressione colloquiale romantica ed evocativa, che viene utilizzata per esprimere gratitudine nei confronti di qualcuno. Si ritiene che quest’immagine sia stata presa in prestito dall’arabo o dal turco, lingue note per essere ricche di modi di dire figurativi e ricercati. Secondo alcuni, quest’espressione gergale trova le sue origini etimologiche nel Medioevo e si riferisce all’antica credenza che gli occhi siano lo specchio dell’anima, simboleggiando così un gesto d’affetto ancora più significativo.

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