
Dagli Stati Generali del Turismo Outdoor al Summit del G20 di Alghero, istituzioni e operatori tracciano le linee guida per il futuro del settore. Dati in forte crescita, focus su Cammini, sostenibilità e nuove risorse per un comparto sempre più strategico per l’Italia
Il primo passo è stato fatto a novembre, nel cuore della Laguna di Venezia. Gli Stati Generali del Turismo Outdoor, fortemente voluti dal Cai di concerto col ministero del Turismo, hanno messo insieme per due giorni oltre 60 rappresentanti di istituzioni, imprese e associazioni. Un weekend sull’isola di San Servolo non solo per discutere e definire le linee guida sulla governance dei Cammini e della rete escursionistica italiana ma anche - soprattutto - un’occasione per fare il punto su quella che è oggi una realtà consolidata nel panorama turistico nazionale, settore chiave per l’economia nazionale. "I dati del 2024", ha detto il ministro Daniela Santanchè nel suo intervento, "con 71 milioni di presenze e oltre 11 milioni di arrivi nel settore open air confermano la crescita di questo mercato, che ha un impatto economico complessivo di oltre 8 miliardi di euro".
Il turismo sportivo sta registrando in Italia trend di crescita significativi, soprattutto a partire dal 2023, tanto da diventare un settore chiave per l’economia nazionale. Come risultato degli Stati Generali di San Servolo, il ministero del Turismo ha così deciso di istituire "un tavolo di confronto permanente per affrontare tutti gli aspetti del turismo outdoor, coinvolgendo il Cai, Sport e Salute, le regioni oltre ovviamente le associazioni di categoria". Mentre il Club Alpino ha chiesto "anche l’istituzione di un osservatorio nazionale che consenta di raccogliere in maniera scientifica e strutturata i dati su questo settore specifico". E in effetti, il tema dei dati - uniformi, attendibili e condivisi - è uno dei punti sensibili di questo mondo, anche perché non è semplice intendersi su cosa rientri in effetti in questo comparto, a cosa corrispondano le varie definizioni di turismo sportivo, outdoor o open air (che riguarda più il tipo di pernottamento, come ad esempio il campeggio). Secondo l’Osservatorio di Banca Ifis, il comparto ha generato nel 2023 un giro d’affari di 11,9 miliardi di euro, segnando un incremento del 65% rispetto ai 7,9 miliardi del 2022. Un segmento che rappresenta circa il 10% dei ricavi dell’intero Sport System italiano, che ha raggiunto complessivamente i 119,6 miliardi di euro nello stesso anno, tenendo conto dell’incremento delle presenze di spettatori agli eventi sportivi. Una ricerca realizzata da ENDU in collaborazione con Destination Italia ha stimato che il turismo sportivo ha generato un indotto di circa 7,5 miliardi di euro, con il cicloturismo che da solo ha contribuito per 4,5 miliardi. La corsa è risultata la disciplina più amata, scelta dal 39% del campione: le maratone italiane hanno prodotto un indotto di 120 milioni.
Motore economico e culturale Sul fronte dei Cammini, poi, si sta vivendo un autentico boom: secondo l’annuale ricerca condotta da Terre di Mezzo, i viandanti italiano ammontano a circa 200 mila persone, un incremento del 29% tra il 2023 e il 2024: oltre 1,4 milioni di pernottamenti e quasi 62 milioni di euro di indotto locale, un valore generato soprattutto nelle aree interne e a minor vocazione turistica. Il Ministero ha mappato circa 300 itinerari lungo la Penisola, e ha ampliato (da 3 a 19,5 milioni di euro) la dotazione di fondi per i 113 Cammini Religiosi. Proprio il fenomeno dei Cammini dimostra come il turismo open air in Italia non rappresenta solo un motore economico ma è anche una preziosa opportunità per promuovere territori meno conosciuti e favorire un turismo più sostenibile, diversificato e destagionalizzato. In sostanza una chiave per combattere l’overturism. E in effetti, secondo un’indagine riportata da Top (The Outdoor Project), nel 2023 l’hiking è al primo posto tra le top five attività all’aria aperta, col 20% di partecipanti.

Un approccio “soft” alla pratica sportiva che - spiegano quelli di Top - porta il turista a essere più empatico con l’ambiente e le comunità locali, più fidelizzabile e attento anche agli aspetti culturali del viaggio. "Non è tanto il tipo di attività a fare la differenza ma lo spirito con cui è praticata". Il praticante hard è totalmente assorbito dalla performance sportiva, è interessato quasi per nulla all’ambiente circostante ed è difficilmente fidelizzabile. Sempre da Top sappiamo che il 67% degli italiani ha scelto vacanze outdoor nel 2024: climbing, trekking, ciclismo e rafting le attività in crescita. 68,6 milioni le presenze calcolate nel 2023. L’Italia inoltre è il secondo mercato europeo per presenze outdoor dopo la Francia.