TiBre: l'epopea dell'autostrada incompiuta. Nove chilometri in cinquant'anni

1 giorno fa 4

È un tratto di nove chilometri della Tirreno-Brennero, di recente aperto al traffico, che avrebbe dovuto collegare Parma con l’Autobrennero. E che forse non arriverà mai al completamento

Emilio Deleidi

1 giugno - 16:02 - MILANO

Sono passati 51 anni dal giorno in cui Anas e Autostrada della Cisa sottoscrivevano l’accordo per la realizzazione di una nuova autostrada, destinata a collegare il porto di Spezia con il Nord Europa allacciandosi all’Autobrennero, e la sua apertura al traffico del primo tratto dell’arteria, avvenuta di recente. Più di mezzo secolo per completare nove chilometri di un tracciato che, da Fontanellato in provincia di Parma a Nogarole Rocca nel Veronese, dovrebbe esserne lungo 85. E che, per ora, finisce nel nulla, sfociando nella viabilità locale.

Una lunga storia

—  

La vicenda di questa autostrada è iniziata, dunque, negli anni ’70, poco dopo che la prima crisi petrolifera della storia, successiva alla guerra arabo-israeliana del Kippur scoppiata nell’ottobre del ’73, metteva in ginocchio le economie mondiali e, in particolare, il mondo dell’auto. L’inverno 1973-’74 era quello delle austerity e delle prime "domeniche a piedi" in cui l’uso dell’auto privata era vietata; del ’75 è il blocco di tutti i progetti di ampliamento della rete autostradale, varato dal Parlamento. La TiBre (Tirreno-Brennero, come viene battezzata l’arteria) finisce nel dimenticatoio, dove resterà fino al 2006, quindi per oltre trent’anni, finché non viene recuperata dall’allora governo guidato da Silvio Berlusconi. Quattro anni dopo, il Comitato interministeriale di programmazione economica approva il progetto del primo tratto, che si dirama dall’autostrada A15 Parma-La Spezia in territorio parmense, per un importo di 513 milioni di euro a carico della società Autocisa (gruppo Gavio), a fronte di una proroga della concessione relativa all’A15; l’azienda di costruzioni Pizzarotti ottiene l’appalto nel 2013 del primo lotto di lavori, del valore di 255 milioni. Le ruspe si metteranno in azione tre anni dopo, nonostante l’opposizione di enti locali e associazioni ambientaliste, che denunciano i danni causati al territorio e alla produzione agroalimentare caratteristica di Parma e dintorni.

poi, il nulla

—  

Arriviamo così ai giorni nostri, in cui l’unico tratto di asfalto realizzato, in località Sissa Trecasali, pronto già dal 2022 e mai aperto al traffico "per verifiche", è stato reso finalmente agibile. Percorribile, ma perfettamente inutile, ché, come si è detto, il tracciato finisce in strade di campagna e nulla è certo sul suo proseguimento in direzione dell’Autobrennero. Per il completamento dell’opera, infatti, servirebbero non meno di 2,7 miliardi di euro, 900 dei quali a carico dello Stato, mentre alla somma restante dovrebbe far fronte la Salt, società del gruppo Autostrada Torino Milano dell’imprenditore Gavio, subentrata nella gestione dell’A15. La TiBre, però, non è al momento inserita nei piani di sviluppo delle infrastrutture del Paese, né in quelli relativi ai fondi europei stanziati per il Pnrr: il rischio è, quindi, che quei nove chilometri restino tali a lungo, se non per sempre, monumento a uno spreco di risorse che avrebbero meritato ben altro impiego.

Leggi l’intero articolo