Thuram sotto esame: dopo un 2025 in calando trova un'altra Inter. E deve dare risposte

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Il francese modifica la posizione, ma così rischia di perdere centralità: il club vuole che torni quello di un anno fa

Filippo Conticello

Giornalista

6 agosto - 19:17 - MILANO

L’atto terzo di questa saga francese, un feuilleton che ha per protagonista un talentuoso figlio d’arte tendente all’indolenza, è davvero il più imprevedibile: mai come nella stagione in arrivo Marcus Thuram sarà accompagnato da dubbi sulla sua stabilità nerazzurra, visto il cambio di ruolo alle porte, l’affollamento da orario di punta nel pezzo di campo alle spalle di Lautaro e il più generale mood che lo ha accompagnato negli ultimi tempi. 

La discesa

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Neanche quando era poco più che il figlio di Lilian e iniziava la prima stagione interista, quella diventata esaltante e finita seduto sulla seconda stella, c’era questa atmosfera attorno, un misto di insicurezza e stupore: in quel 2023-24 il francese, fresco di acquisto dal Borussia Monchengladbach, si prese immediatamente il centro dell’ecosistema Inzaghi con naturalezza. Lo status accanto alla ThuLa è stato mantenuto con pieno merito nell’annata passata, soprattutto nella prima parte in cui Marcus viaggiava quasi alla media di un gol a partita e sembrava aver completato la mutazione genetica, da attaccante di manovra a centravanti che sente l’odore del sangue in area. Poi, ecco i botti di Capodanno e il 2025 delle grandi speranze nerazzurre: da quel momento l’asticella è di colpo caduta giù, assieme ai numeri, anche a causa di guai sparsi alla caviglia. Thuram ha segnato appena 2 gol in 15 di A nell’anno solare, peraltro a squadre di medio lignaggio come Parma ed Empoli, contro i 12 nelle precedenti 18, con vittime più illustri come Atalanta e Lazio. Gli unici momenti da vero Marcus sono stati europei, con la doppietta in casa del Feyenoord, il colpo di tacco segnato a Montjuic nella semifinale di andata e lo strappo feroce che ha poi portato al gol di Frattesi al ritorno, rete festeggiata come la Liberazione che ha poi aperto le acque verso Monaco di Baviera. In generale, però, un andamento in calando con la coda disastrosa della finale contro il Psg e, sopratutto, i giorni americani passati a del Mondiale per Club: il torneo della Fifa non sembrava il primo pensiero del francese. Il compito di Thuram è adesso di cambiare lo scenario attorno a sé, di ritrovare i vecchi colori nel quadro, ben sapendo che le gerarchie là davanti rischiano di diventare mutevoli: partirà pure in prima fila per via dei crediti guadagnati, ma la vita da punta arretrata potrebbe essere più difficile del previsto. 

La sveglia

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La sua Inter è intenzionata a mettergli accanto un pezzo grosso - che arrivi da Bergamo o meno conta poco - e questo è un elemento importante: almeno in partenza, Lookman (o chi per lui) dovrebbe giocare con Thuram per scatenare la massima potenza alle spalle di Lautaro, ma la presenza di un altro big può essere ingombrante per il francese. E pure il connazionale Bonny alla prima contro l’U23 si è mostrato scalpitante nelle terre di Marcus. Senza considerare che sulla trequarti le opzioni si sprecano, a partire da Davide Frattesi, tenuto in più grande considerazione da Cristian Chivu per avanzare di qualche metro. Andrebbero aggiunte le consegne da tuttofare di Mkhitaryan, l’elaborata arma tattica Zalewski e pure Calhanoglu da gestire all’interno del nascente 3-4-2-1. Al momento, Thuram ha riacceso la macchina ad Appiano e nella passeggiata in famiglia è stato l’unico attaccante a non segnare: niente di preoccupante, normali fatiche estive, ma sarà l’atteggiamento a marcare il cammino da ora in poi. All’Inter non serve molto, basta che Marcus riannodi il filo esattamente dove si è spezzato.

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