L'argentino sul rosso ha vinto il 70% dei match in carriera. Con l'italiano il bilancio è 2-2, con una vittoria negli ottavi a Roma due anni fa
Lorenzo Topello
12 maggio - 21:02 - MILANO
Di Francisco Cerundolo, da piccolo, spaventava la stazza. Che non pareva esattamente quella di un corazziere: “Tranquilli, diventerà almeno un metro e 85” chiosò il medico, di fronte alla famiglia dell’argentino. Sarebbe stato un peccato non poter dare continuità alla tradizione tennistica di casa: il padre Alejandro era stato un discreto mestierante della racchetta, così come la consorte Maria Luz che rischiò addirittura di partorire uno dei figli sulla terra rossa sudamericana. Le si erano rotte le acque durante un match: il piccolo Juan Manuel rischiava di nascere fra righe e corridoi. Era il 2001 e Francisco, fratello maggiore, si dilettava già ad impugnare la racchetta con la tentazione di far del tennis il proprio mestiere. L’exploit, col passare degli anni, non voleva però saperne di arrivare. Nemmeno nel circuito junior, al punto da indurre Francisco alla ricerca di un piano B. Prima che a riportarlo sul tennis arrivasse ancora il padre: “Guarda Sinner. Non era forte da giovane, anzi: è uno dei fenomeni più strani del tennis. Se ce l’ha fatta lui, ci puoi arrivare anche tu”. Sono arrivati entrambi: destinazione Roma, di nuovo. Agli ottavi di finale, di nuovo.
QUELLA SFIDA COL FRATELLO…
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Il tennis, a casa Cerundolo, è questione di famiglia. Anzi, è stato un derby in casa a sguinzagliarlo verso un 2025 da protagonista: il classe ’98 torna a fine gennaio dall’Australian Open con una voglia matta di gettarsi sull’amato swing sudamericano. Quello sulla terra rossa che, se sei nato a Buenos Aires, è logicamente il tuo giardino di casa. E proprio nel torneo 250 argentino ecco la particolare sfida con il fratello Juan Manuel: è il primo incrocio a livello Atp, Francisco diventa ufficialmente il numero 1 nelle gerarchie casalinghe con un facile successo in due set. E il suo tennis decolla: fa fuori Zverev (per la seconda volta su due incroci) e si fa strada fino alla finale contro il baby fenomeno Fonseca che non gli dà scampo. Pazienza. Perché nella filosofia dell’ex pibe che non voleva saperne di crescere irrompe finalmente il termine “continuità”. Francisco va: da quella sfida in famiglia sono passati esattamente tre mesi, e solo in una circostanza (a Montecarlo) ha mancato l’appuntamento col traguardo dei quarti di finale. Vuole centrarli anche adesso, a Roma, contro il numero 1 al mondo a cui ha già dato non una, ma due amarezze in carriera.
CONTRO SINNER NEL 2023
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Già, Sinner-Cerundolo giunge all’atto quinto. Il bilancio esibisce un pareggio, 2-2: Jannik, rarità per i tempi attuali, non è in vantaggio negli scontri diretti con un avversario. Nel primo incrocio, Miami 2022, sorride il sudamericano, anche se quei quarti di finale sono marchiati da un asterisco grande come la vescica che compare sotto il piede di Sinner: l’azzurro si ritira dopo soli 22 minuti, sotto 1-4 nel primo set: “Convivo con questo problema fin dal match contro Kyrgios, ho cercato di giocarci sopra ed è andata peggio” spiega Jannik a fine match. Qualcuno la chiama la 'maledizione Cerundolo': nel 1000 in Florida Francisco avanza ringraziando gli avversari che, un problema fisico dietro l’altro, non sono al 100% contro di lui. Prima il colpo di sole di Griekspoor, poi il ritiro di Opelka, gli acciacchi di Monfils e addirittura il mal di schiena di Tiafoe agli ottavi. Infine il forfait obbligato di Sinner. Cerundolo però non è lo Steven Bradbury dei tempi moderni e lo dimostra prendendosi tre titoli 250 in due anni, da Bastad a Umago (dove batte Musetti all’ultimo atto). La particolarità? Due su tre si disputano su terra, contesto in cui l’argentino ha vinto il 70% degli incontri in carriera. Gioca anche tre finali: tutte e tre sul rosso. La stessa superficie su cui ha affrontato Sinner l’ultima volta: Roma, ottavi di finale dell’edizione 2023. Un deja-vu. L’azzurro supera il primo set, poi incassa la rimonta dell’avversario che approfitta dei suoi passaggi a vuoto. Così Jannik: “Non mi sono sentito come volevo in campo. Quando lo facevo muovere, perdevo il punto”. Cerundolo inghiotte e risputa un fendente dietro l’altro, rimanendo solido nello scambio da fondo. Non ha il braccio di Del Potro, ma è sbarcato al numero 18 del ranking con pieno merito.
PUNTARE SUL ROSSO
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Nella storia personale di Sinner con Cerundolo si contano anche due vittorie. Di cui una in casa: Bologna, Coppa Davis 2022, fondamentale punto garantito dall’altoatesino sul veloce indoor per superare l’Argentina. E poi a Vienna, un mese dopo. Ora si gioca per portare il bilancio sul 3-2. E soprattutto per avvicinare di un passettino il sogno di vincere gli Internazionali. Cerundolo dall’altra parte incontrerà ancora una delle sue fonti di ispirazione durante i periodi bui (da piccolo è invece cresciuto col mito di Federer e l’ammirazione per Nalbandian) con cui ha già avuto modo di scambiare a lungo durante gli allenamenti dei primi giorni a Roma. Certo, Jannik sapeva di avere a che fare con un potenziale avversario degli ottavi. E quindi, da bravo pokerista, ha mescolato le carte. Cerundolo, invece, dal canto suo non smentirà la filosofia di una vita: punterà sul rosso, sperando che basti.