La nuova ala nerazzurra ha le idee chiare: "Qui posso giocare a livello competitivo. Si presenta così: "Posso portare qualcosa di diverso alla squadra"
Giorgio Dusi
31 luglio - 14:26 - ZINGONIA (BERGAMO)
“Quando ho saputo che Ivan era qui, non ho mai avuto dubbi: è il posto migliore per me”. Presentandosi, Kamaldeen Sulemana mette subito le cose in chiaro, nelle sue prime parole da giocatore dell’Atalanta: Juric ha recitato un ruolo fondamentale nel trasferimento del classe 2002 in nerazzurro. Lo ha conosciuto nella scorsa stagione nei cento giorni del tecnico croato da allenatore del Southampton e tra i due è evidentemente scattata subito quella scintilla. “Anche se il mister non penso che mi dirà mai cosa lo ha colpito in particolare di me…”. Lui sa però cosa lo ha colpito dell’Atalanta: “Qui posso giocare a livello competitivo.
FEELING
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“Ciò che penso è che Juric mi abbia voluto qui perché mi conosce, perché pensa che io possa portare qualcosa alla squadra, essere un valore aggiunto. Sono un giocatore veloce, diretto, che dribbla tanto, crea occasioni. Posso portare qualcosa di diverso alla squadra”, prosegue l’ala sinistra, parlando del suo rapporto con il tecnico. “Da subito ha dimostrato una grande cultura per il lavoro, una mentalità forte, ed è la stessa che ho trovato qui. Ti spinge al limite. A me piace imparare, non sono ancora il giocatore che vorrei essere, ma vedo in lui un buon insegnante”. E poi scherza sul soprannome che Juric gli ha affibbiato: “Mi chiama sempre ‘Dino’, anche perché di Sulemana qui ce n’è un altro…”.
ISPIRAZIONI
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Da buon dribblomane, il nazionale ghanese - con un passato anche nel Nordsjaelland in Danimarca e nel Rennes - racconta di aver sempre avuto come riferimento Ronaldinho: “Il mio numero preferito è il 10 soprattutto per lui, ma qui era già occupato (da Samardzic, ndr), quindi ho preso il 7, che è il numero che aveva a volte con la nazionale”. Tra i suoi modelli cita anche il Papu Gomez e anche Lookman, di cui potrebbe prendere il posto nelle gerarchie in caso di partenza: “Ma io non son venuto qui per essere il rimpiazzo di nessuno” afferma, “so che da lui posso imparare molto, ma io sono qui per giocare con tutti: questa è una delle migliori squadre al mondo”.