SpaceX: l’ultimo volo quasi perfetto di Starship

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Questa notte (14 ottobre 2025), SpaceX ha segnato la fine di un capitolo del programma Starship, lanciando quella che si è rivelata una missione suborbitale praticamente impeccabile con la combinazione Starship-Super Heavy Versione 2, ultima esecuzione di questa configurazione del veicolo di lancio. Il colosso — alto oltre 122 metri — è partito dalla piattaforma A della Starbase (Texas) alle 01:23 (ora italiana) iniziando un volo di circa un'ora.

Un problema al motore. Durante la fase di salita, l'unico problema degno di nota è stato che uno dei 13 motori Raptor del booster Super Heavy (numero di coda B15) non si è riacceso nella fase di boostback, che consiste nella manovra di spinta controllata eseguita subito dopo la separazione dei due stadi. Serve a invertire la traiettoria del booster (il primo stadio) per farlo tornare verso il punto di atterraggio — sulla terra o sull'oceano.

Il motore è ripartito al momento della manovra di atterraggio in mare, adottando una configurazione inedita per SpaceX: l'innesco dapprima di 13 motori, poi ridotti a 5 e infine a 3, fino allo spegnimento completo e all'ammaraggio nel Golfo del Messico. Questo è stato il secondo e ultimo volo per il booster B15: il suo primo impiego risale al volo Starship Flight 8, svolto in marzo.

La nave spaziale. Intanto, lo stadio superiore S38 della Starship, diretto verso l'Oceano Indiano, ha svolto una serie di operazioni sperimentali importanti. Ha rilasciato otto grandi rettangoli metallici progettati per simulare dimensioni e massa dei futuri satelliti che la Starship Versione 3 potrà trasportare. Inoltre ha riacceso uno dei motori Raptor a livello del mare per simulare una manovra di de-orbita — una capacità indispensabile nelle future missioni orbitali.

Durante il rientro, il razzo ha superato il punto di massimo riscaldamento (peak heating) e il punto di massima pressione atmosferica (max Q), mantenendo il veicolo sostanzialmente intatto — un risultato cruciale per testare l'efficacia dello scudo termico. L'obiettivo primario era proprio approfondire le prestazioni dei materiali protettivi durante il rientro.

La prossima versione. Quella con Flight 11 è l'ultima missione dell'anno per Starship e la ultima che partirà dalla piattaforma A nella sua configurazione attuale. D'ora in avanti, SpaceX concentrerà le proprie risorse sul perfezionamento e sui test della Versione 3 di Starship-Super Heavy, che decollerà invece dalla piattaforma B. È proprio questa terza versione che SpaceX intende usare per il trasporto di carichi in orbita e, in un secondo tempo, per missioni lunari e marziane.

Tuttavia, per superare i confini della bassa orbita terrestre, le sfide da affrontare sono ancora molte: fra queste, padroneggiare il trasferimento e lo stoccaggio di propellente in orbita. La NASA conta su SpaceX per delineare la logistica del sistema di trasferimento "ship-to-ship" per le missioni legate al programma Artemis. SpaceX infatti, ha ottenuto contratti per centinaia di milioni, ma si parla anche di miliardi di dollari, per supportare le operazioni di sbarco astronauti nelle missioni Artemis 3 e per la missione Artemis 4.

Ce la farà per il 2027? Prima però, è necessaria una dimostrazione di trasferimento di propellente in orbita — un passaggio che, negli scorsi piani, era previsto già per il 2025. Non è ancora chiaro quanti voli serviranno per riempire una versione cisterna di Starship, che a sua volta trasferirà carburante a una variante con sistema di atterraggio umano per le missioni verso la Luna.

SpaceX ha anche un accordo per eseguire una dimostrazione senza equipaggio di discesa e ritorno dalla superficie lunare prima di inviare astronauti, benché le tempistiche restino vaghe. Al momento, Artemis 3 è programmata per la metà del 2027, poco più di un anno dopo Artemis 2, che non include un allunaggio.

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