Sinner, il re d'America difende il trono: allenamento con Safiullin, oggi si parte contro Kopriva

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Dopo i tre Slam consecutivi vinti sul cemento, Jannik insegue la conferma a New York: l’ultimo a riuscirci fu Federer nel 2008. L'ultimo allenamento con Safiullin

Dal nostro inviato Riccardo Crivelli

26 agosto 2025 (modifica alle 00:47) - NEW YORK 

L'attesa sta per finire. Oggi intorno alle 19.30 italiane Jannik Sinner inizierà la difesa del titolo agli Us Open affrontando nel match d'esordio il ceco Vit Kopriva, n.87 Atp, mai affrontato in precedenza. Il numero uno del mondo debutterà nell'edizione 2025 dell'ultimo Slam stagionale non soltanto da campione in carica, ma da vincitore degli ultimi tre Slam sul cemento (Australian Open 2024 e 2025, Us Open 2024), una serie aperta di 21 partite senza sconfitte nei Major sul veloce. Ottenere la conferma a New York, peraltro, non è impresa semplice: l'ultimo a riuscirci fu Roger Federer nel 2008, l'ultimo dei suoi cinque trionfi di fila. 

rivalità

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Finalmente sarà il campo, le cui verità sono incontrovertibili, a rivelare lo stato di forma di Jannik. L'ultima sua immagine agonistica, infatti, risale a lui quasi in lacrime sulla sedia del cambio campo a Cincinnati appena dopo il ritiro dalla finale contro Alcaraz sullo 0-5, ammaccato da un virus intestinale contratto qualche giorno prima. Nel momento in cui entrerà sull'Arthur Ashe, saranno passati otto giorni da quei momenti dolorosi, ma se ci affidiamo alle sue parole, le ombre della condizione fisica sono alle spalle: "Sto bene e non vedo l'ora di giocare". Dopo due giorni di riposo all'arrivo a New York, Sinner ha ripreso ad allenarsi con la solita, feroce determinazione e le idee ben chiare: un mix di sparring per testare tutte le situazioni di gioco possibili. E così, dopo Michelsen e Khachanov, due grandi battitori che ne hanno sollecitato la reattività in risposta, ieri, nell'ultimo giorno di allenamento intenso nell'attesa dell'esordio, ha scambiato con il russo Safiullin, che ha caratteristiche simili a quelle di Kopriva. Per due volte, in questa settimana, Jannik ha incrociato i suoi passi con quelli di Alcaraz: giovedì scorso lui entrava in campo e lo spagnolo aveva appena terminato, e sono stati abbracci e pacche sulle spalle; domenica sono usciti dallo spogliatoio insieme e prima che le loro strade si dividessero si sono scambiati sorrisi e qualche frase che ha divertito entrambi. La loro rivalità, come ovvio, è l'hype di questi Us Open: nessuno, se non qualche speranzoso americano che sogna una vittoria casalinga 22 anni dopo Roddick, riesce ad immaginare una finale diversa dalla Sincaraz: sarebbe la terza volta in stagione, un evento capitato solo nel 1964 tra Emerson e Stolle. 

relax

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Qualora si ritrovassero ancora uno di fronte all'altro nella partita per il titolo, in palio ci sarebbe anche il numero uno del mondo, che la Volpe Rossa detiene da 64 settimane consecutive. Ma se Carlitos alla vigilia del suo debutto ha rivelato di non vedere l'ora di affrontarlo di nuovo, Jannik è più cauto: e per carattere e per la necessità di capire, finalmente in un match, se il recupero dal guaio di Cincy sia stato completato. Anche perché il tabellone, che se rispettasse la classifica gli proporrebbe in serie dal secondo turno in avanti e fino alla semifinale Popyrin, Shapovalov, Paul, Draper e Zverev, può nascondere delle insidie a un giocatore che non fosse al top. Intorno al più forte giocatore del mondo, in ogni caso, si respira fiducia: agli allenamenti, Sinner ha alternato appuntamenti con gli sponsor, giocando pure a ping pong contro la Osaka, a serate tranquille in hotel con il team, anche se le partite di burraco sono state ridotte in ragione del nuovo hobby del numero uno del mondo, le costruzioni con i Lego. Del resto, in qualche modo bisognava passare il tempo e staccare la mente. Ma adesso, finalmente, il re può tornare a fare ciò che gli riesce meglio. Vincere.

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