Scamacca e quel destino che non dà tregua: storia di un anno da incubo

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Fratture o infiammazioni, ma il finale è sempre lo stesso per la sfortunatissima punta di Atalanta e Nazionale: infortuni su infortuni che hanno minato pesantemente il suo rendimento negli ultimi 12 mesi

Matteo Brega

Giornalista

5 settembre 2025 (modifica alle 18:41) - MILANO

Il destino di Gianluca Scamacca si applica con una costanza non richiesta ad alzare l’asticella delle difficoltà. L’attaccante, dopo un anno passato a osservare, lavorare e sperare ha dovuto lasciare il ritiro della Nazionale per un’infiammazione al ginocchio sinistro dovuta a sovraccarico articolare. Dal 4 agosto 2024 a oggi quell’asticella si è sollevata anche troppo. 

IL PRIMO STOP

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Al Tardini di Parma, il 4 agosto 2024, andava in scena un test estivo buono per preparare l’imminente Supercoppa europea contro il Real Madrid. Una partita propedeutica per il campionato che sarebbe iniziato dopo Ferragosto. Il destino presentò il primo report a Scamacca: rottura del legamento crociato anteriore sinistro. Dolore misto a rabbia. In casa Atalanta, e non solo, l’affetto per l’attaccante romano è diventato un abbraccio protettivo infinito. La società è contemporaneamente corsa ai ripari acquistando Mateo Retegui nel giro di pochi giorni e organizzato l’operazione chirurgica per Gianluca nelle 24 ore successive. Intervento riuscito e riabilitazione iniziata immediatamente. E qui è emerso il carattere di Scamacca. Del quale nessuno ha mai messo in dubbio la robustezza. È stata una prova di resistenza e di ripartenza. La stagione successiva lo aveva visto protagonista con l’Atalanta, al centro dell’attacco di una Dea che correva fortissimo in Europa League al punto da arrivare prima di tutte le altre per afferrarla e alzarla sotto il cielo di Dublino. Gianluca era l’attaccante che Gian Piero Gasperini poteva usare come atto finale della sceneggiatura di un gol o come regista illuminato appena fuori dall’area. Bergamo lo ha incastonato nella storia per sempre e Bergamo lo ha atteso nel lungo recupero. A febbraio è tornato per la sfida al Torino proprio davanti al popolo bergamasco. Pochi secondi, un assaggio di grande bellezza diventata subito bruttissima. Altro stop, come se il destino gli avesse sventolato sotto gli occhi l’idea di ripartire e gliela avesse cambiata immediatamente con una pernacchia. 

IL SECONDO STOP

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L’asticella si alza nuovamente e il volo per Barcellona non è lo stesso che i compagni presero qualche giorno prima per giocare al Montjuic in Champions contro i blaugrana. È un aereo che lo porta in Catalogna per intervenire chirurgicamente un’altra volta: riparazione della lesione della giunzione muscolo-tendinea prossimale del retto femorale della coscia destra. Prima il ginocchio sinistro, poi la coscia destra. Un destino democratico si dirà. Sarebbe stato meglio fermarsi al primo. E qui, nel pieno della convalescenza, subentra anche il fattore spirituale. Bisogna combattere non solo il dolore fisico, ma anche gli ematomi dell’umore. E la sfida di Scamacca è doppia, un sovraccarico di emozioni. Gianluca fissa il nuovo obiettivo, ovvero la stagione successiva. L’appoggio dell’Atalanta è completo, così come quello dei tifosi e dei famigliari. In più c’è anche un matrimonio da organizzare. La data è quella del 4 giugno, appuntamento nella Basilica dei Santi Giovanni e Paolo di Roma. Gianluca sposa Flaminia Appolloni e l’unione è una vitamina in più. L’estate è fatta di lavoro oltre che di relax. L’attaccante si allena senza smettere, si presenta al raduno dell’Atalanta con un entusiasmo da primissimo giorno di scuola. Bisogna usare la cautela per frenarlo da quanto vorrebbe giocare e spingere. Ivan Juric lo deve gestire fin dai primi test. Niente di preoccupante, solo raziocinio di fronte all’emotività. Il campionato presenta subito il biglietto più bello: gol all’esordio contro il Pisa. Titolare contro i toscani e anche nella seconda giornata contro il Parma, in quello stadio che aveva segnato il primo grave stop. La convocazione in Nazionale è stato il secondo biglietto più luccicante del 2025. 

L’INFIAMMAZIONE

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Ma il destino evidentemente non è soddisfatto. E così a poche ore dalla partenza per Bergamo con la Nazionale per sfidare l’Estonia, lui anticipa il gruppo e torna a Zingonia per un’infiammazione al ginocchio sinistro dovuta a sovraccarico articolare. Il cerchio resta aperto, si sarebbe chiuso con questa partita con l’Italia. Ora si procede con cautela nelle valutazioni, giorno dopo giorno seguendo le terapie che lo staff medico dell’Atalanta deciderà di volta in volta. La partita con il Lecce alla ripresa del campionato resta distante nove giorni. Per un ragazzo che ha atteso un anno, sono come soffi d’aria tiepida.

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