Risolto il mistero dei fulmini, nascono da una reazione a catena

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Il mistero che ha finora avvolto l'origine dei fulmini è stato finalmente risolto: nascono da una complessa e potente reazione a catena che coinvolge nubi temporalesche, elettroni e molecole che si trovano nell'aria. Questi ingredienti chiave sono stati individuati dallo studio pubblicato sul Journal of Geophysical Research e guidato dalla Pennsylvania State University, che è riuscito a ricostruire l'esatta sequenza di eventi che si verifica nell'atmosfera e che innesca un fulmine.

Grazie a modelli matematici che spiegano e confermano le osservazioni fatte finora, i ricercatori coordinati da Victor Pasko hanno scoperto che i forti campi elettrici presenti nelle nubi temporalesche accelerano gli elettroni presenti, prodotti dai raggi cosmici che entrano nell’atmosfera dallo spazio. Questi elettroni si scontrano con molecole come l'azoto e l'ossigeno, producendo raggi X e innescando una valanga di altri elettroni: tutto ciò si traduce, infine, nella produzione di fotoni ad alta energia che generano i fulmini.

"I nostri risultati - commenta Pasko - forniscono la prima spiegazione precisa di come si generano i fulmini in natura: collega i punti tra raggi X, campi elettrici e la fisica alla base delle valanghe di elettroni". I dati ottenuti forniscono anche una spiegazione per i cosiddetti 'lampi di raggi gamma terrestri', fenomeni scoperti nel 1994 che si verificano soprattutto nelle violente tempeste tropicali nella fascia equatoriale, come ha appurato il satellite Agile dell'Agenzia Spaziale Italiana lanciato nel 2007. "La reazione a catena può verificarsi con intensità estremamente variabile", dice ancora Pasko: "Questo spiega perché questi lampi di raggi gamma possono emergere senza essere accompagnati da lampi di luce e di onde radio".

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