Correggere gli errori del Dna apre a nuovi farmaci

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Poter correggere gli errori del Dna apre la strada a farmaci più efficaci, sensori più sensibili e materiali innovativi con prestazioni migliori: è possibile grazie al metodo  pubblicato sulla rivista Nature Nanotechnology e messo a punto da un gruppo di ricerca internazionale guidato dall'Italia, con le Università di Padova e Roma Tor Vergata. La nuova tecnica permette di correggere gli errori di legame tra molecole di Dna, che possono causare malattie, aumentando la precisione nel riconoscimento dal 67% all'86%. 

Quasi tutti i processi chimici, sia in natura che in laboratorio, dipendono dal riconoscimento selettivo tra molecole, capace cioè di distinguere tra specifiche molecole. La selettività, di solito, è garantita da forme e strutture chimiche complementari delle due molecole che si devono legare, ma in alcuni processi biologici come la replicazione del Dna, ciò non è sufficiente. Ecco perché in natura esistono diversi enzimi specializzati proprio nell'individuare e correggere i possibili errori.

 "Abbiamo preso a modello questa strategia della natura, e con questa nuova tecnica possiamo rettificare gli errori di legame tra brevi filamenti di Dna", affermano Leonard Prins dell'Università di Padova e Francesco Ricci di Tor Vergata, che hanno coordinato i ricercatori. "Con questo processo la selettività nel riconoscimento tra filamenti di DNA aumenta sensibilmente, passando dal 67% all’86%. Inoltre, tale sistema non richiede enzimi complessi, perché possiamo agire in maniera mirata sul Dna stesso".

Oltre a nuove possibilità per la farmacologia, la sensoristica e la scienza dei materiali, la nuova tecnica offre una nuova prospettiva anche sull'origine della vita: "Suggerisce - dicono Prins e Ricci - che molecole primitive potrebbero aver usato meccanismi simili per trasmettere fedelmente l’informazione genetica prima dell’evoluzione di enzimi complessi".

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