Un protocollo per "rinnovare e
rafforzare la collaborazione tra il ministero della Cultura e la
Guardia di Finanza in diversi livelli di sinergia", che in
questi anni ha permesso di segnalare "frodi fiscali legate alla
produzione audiovisiva" per "oltre 6,2 milioni di euro di
crediti d'imposta non spettanti". È quello sottoscritto stamani
dal ministro della Cultura, Alessandro Giuli, e dal comandante
generale Andrea De Gennaro. Lo riporta in una nota il ministero.
"L'accordo - si legge - punta a velocizzare e rendere ancora
più efficace l'azione di contrasto alle frodi e truffe negli
ambiti culturali". Oltre "al prezioso lavoro svolto in questi
anni per la vigilanza e il controllo del tax credit", la "stessa
cosa vale per le truffe legate alla 18App. La Guardia di Finanza
ha accertato, negli anni, contributi indebitamente percepiti per
oltre 21 milioni di euro, denunciando 335 soggetti".
"L'accordo tra MiC e GdF prevede, inoltre, momenti di
confronto tra le due istituzioni per lo scambio di informazioni,
corsi di formazione e aggiornamento - continua il comunicato -.
Il memorandum è, quindi, un chiaro ed efficace strumento di
presidio della legalità e testimonia il costante impegno di MiC
e GdF a salvaguardia del lavoro, del merito degli operatori
della cultura onesti".
"Cultura significa infatti lavorare in un orizzonte comune
non soltanto di linguaggi ma anche di comportamenti - ha
dichiarato il ministro Giuli -. Cultura è etica: un ethos
intonato all'inflessibile adesione al senso del dovere, così
bene esemplificato dal carattere e dalla dirittura di chi ci sta
accanto e di fronte in questo preciso momento. L'auspicio che la
divisa indossata dal Corpo della Guardia di Finanza con onore,
dedizione, disciplina e rispetto per la maestà delle istituzioni
sia idealmente la stessa uniforme, il medesimo abito del quale
il ministero della Cultura possa rivestirsi nella sua funzione
morale e civile di ogni giorno".
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