A fine partita i giocatori hanno raggiunto lo spicchio dei tifosi interisti per prendersi comunque l'incoraggiamento in vista della finale di Champions
dal nostro inviato Francesco Pietrella
24 maggio - 08:47 - COMO
Il peso dell’anima s’è mischiato in fretta alla durata della speranza: ventuno grammi, ventuno minuti. L’Inter è stata campione d’Italia dalle 21,10 - orario del gol di De Vrij - alle 21,31, quando la mezza rovesciata di McTominay ha gelato il Sinigaglia e tranciato di netto l’ottimismo interista al calar del sole. A fine partita - chi a petto nudo, chi con la maglia tra le mani, chi con gli occhi lucidi - i giocatori hanno raggiunto lo spicchio dei tifosi interisti per prendersi comunque l'incoraggiamento in vista della finale di Champions. Dozzine di ultras interisti, seduti sulla gradinata, hanno parlato fitto per alcuni minuti a tutta la squadra e poi ne hanno accompagnato l’uscita. "Ce ne andiamo a Monaco", cantavano.
cori e sfotto'
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Como-Inter è filata via come da programma: un 2-0 facile facile per archiviare il risultato senza i titolari e sperare in San Alen Sherri, il secondo portiere dei sardi che ha tenuto alto il muro nella prima mezz'ora. Chi ha visto più di tre minuti di partita ha alzato la media. Al fischio d’inizio, sparpagliati tra la tribuna e il settore ospiti, gli interisti hanno posizionato lo smartphone in posizione strategica pregando nella tenuta della linea. Inzaghi, su in alto, chiuso nello sky box per via del rosso rimediato con la Lazio, ha alternato l’Inter a Napoli-Cagliari come se fosse il primo tifoso. La speranza è durata appena ventuno minuti. Prima il guizzo di De Vrij - la solita incornata su calcio piazzato -, poi l’eurogol dello scozzese, che ha afferrato il timido sorriso degli interisti e poi l’ha gettato nel lago. Finita. E a questo punto i tifosi del Como si sono divertiti: prima hanno "festeggiato" i due gol del Napoli come se avesse segnato Nico Paz - sfottendo a più riprese i tifosi dell’Inter -, poi hanno lanciato una serie di cori a mo’ di botta e risposta agli ultras nerazzurri: "Vincerete il tricolor". Qualcuno ha osato anche un "questo scudetto non s'ha da fare". Di sicuro l'Inter ricorderà a lungo questo ramo del lago.
la delusione
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Al fischio finale, due scenari diversi. Da un lato la festa del Como, squadra rivelazione, che ha salutato Pepe Reina (espulso all'ultima gara in carriera) e Alessio Iovine; dall’altra la delusione dell’Inter con una serie di cartoline da appendere nello spogliatoio in vista di Monaco. Barella ha abbracciato quasi tutti i compagni. Ha dato il cinque ad Acerbi e stretto la mano intorno al collo di Correa, all’ultima partita con l’Inter con tanto di gol nel secondo tempo. Lautaro, rimasto in panchina tutta la gara, ha incoraggiato i compagni da capitano dando la carica a tutti. Anche lui è andato sotto la curva. La speranza, sua e di Inzaghi, è che col 31 maggio sarà di nuovo in mezzo a quei tifosi. Ma con la coppa.