Le adolescenti che a 15 anni soffrono di dolore mestruale (intenso, ma anche moderato) sono più a rischio di soffrire di dolore cronico in età adulta.
Uno studio dell'Università di Oxford fa luce su un collegamento tra dismenorrea e dolore persistente futuro, e invita specialisti e sistemi sanitari a prendersi carico di un disturbo che troppo spesso viene considerato "normale", fisiologico, se non del tutto ignorato.
Non solo il dolore da ciclo può essere debilitante nel qui ed ora: può anche pesantemente influire sulla salute complessiva futura.
Dismenorrea: un tabù che fa male
La dismenorrea è l'insieme di sintomi dolorosi associati alle mestruazioni. In alcuni casi crampi al basso ventre e dolore alla schiena e alle gambe sono facilmente controllabili con i farmaci, in altri risultano così intensi da interferire con le normali attività quotidiane.
Spesso il dolore mestruale non è associato a patologie specifiche ed è semplicemente dovuto a processi infiammatori, ma in alcuni casi può essere la spia di malattie dell'apparato riproduttivo, come l'endometriosi. Ecco perché non andrebbe mai sottovalutato o considerato un'esagerazione, specialmente se costringe a modificare la routine di tutti i giorni.
L'anticamera di un altro dolore
Un gruppo di scienziati dell'Università di Oxford ha analizzato i dati di oltre 1100 partecipanti all'Avon Longitudinal Study of Parents and Children, un noto database usato spesso negli studi sanitari.
Rispetto alle coetanee non interessate da cicli dolorosi, le adolescenti che a 15 anni soffrivano di dismenorrea grave correvano un rischio più alto del 76% di essere affette da dolore cronico all'età di 26 anni; per quelle che soffrivano di dolore mestruale moderato (ma regolare), il rischio di dolore cronico futuro era del 65%.
Il dolore cronico è un dolore che persiste per un tempo superiore ai tre mesi, e oltre i normali termini di guarigione, fino a divenire una malattia a sé stante. È un problema di salute pubblica che ha rilevanza a livello mondiale e che soltanto in Italia interessa 10 milioni di persone.
Nello studio, il dolore da ciclo da moderato a intenso è risultato fortemente associato al rischio di sviluppare dolore cronico nella zona lombare della schiena e all'addome in età adulta.
Ma non solo: le ragazze che soffrivano di dismenorrea grave correvano un rischio oltre due volte più alto di sviluppare mal di testa o male alle ginocchia, ai polsi, alle mani, ai piedi o alle caviglie da adulte, un rischio dell'81% più alto di dolore cronico alle anche e il 78% più alto di dolore cronico nella parte alta della schiena.
Un cervello iperstimolato
Anche se ansia e depressione per una condizione dolorosa già esistente possono contribuire al dolore cronico, lo studio ha trovato che sono solo una parte della spiegazione. La ripetuta esposizione a segnali dolorosi in adolescenza potrebbe rendere il cervello di chi è affetta da dismenorrea più sensibile agli stimoli nocicettivi e cambiare il modo in cui questi input vengono processati.
C'entra il fenomeno della neuroplasticità, la capacità del cervello di riorganizzare le sinapsi, le connessioni cerebrali, modificando struttura e funzioni in risposta agli stimoli.
«È possibile che l'esperienza di un dolore mestruale moderato o grave possa alterare la struttura del cervello e il suo funzionamento in risposta agli stimoli dolorosi, rendendo più probabile il dolore cronico in futuro» spiega Rachel Reid-McCann, ricercatrice esperta in epidemiologia del dolore che ha guidato lo studio.
Cercare (e fornire) aiuto da subito
Per questo è importante che le ragazze che avvertono un dolore da ciclo debilitante e che non passa con i comuni antidolorifici si rivolgano al loro medico di base, e che la gestione delle sintomatologie legate alle mestruazioni venga resa una priorità dei sistemi sanitari.
Per colmare il divario a sfavore delle donne già esistente nella medicina, e prevenire disturbi di salute e della qualità di vita di milioni di persone.
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