Paradosso Milan: difesa e attacco sono in difficoltà, ma il mercato punta sul centrocampo

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L'interesse per Rabiot riguarda il reparto su cui il club ha lavorato meglio lungo l'estate. Nonostante gli acquisti, Allegri ritiene evidentemente che in rosa manchino alcune caratteristiche

Marco Pasotto

Giornalista

27 agosto - 18:54 - MILANO

Se n'era già parlato nel mezzo dell'estate, e si torna a parlarne adesso che la sessione di mercato è agli sgoccioli. Adrien Rabiot al Milan, ovvero un'affettuosa rimpatriata con il suo allenatore di massimo riferimento Allegri. Dietro il ritorno di fiamma per il centrocampista francese c'è evidentemente una richiesta esplicita del tecnico, che vede in Rabiot un giocatore capace di fargli un determinato lavoro in quella zona del campo. Un'operazione che in termini di cartellino sarebbe sicuramente sostenibile - il Marsiglia chiede intorno ai 15 milioni (la scadenza contrattuale è nel 2026) -, mentre in termini di ingaggio si porrebbe in termini sicuramente più impegnativi, ma comunque non proibitivi. Di base, da parte del Diavolo ci sarebbero le condizioni per la fumata bianca. A patto ovviamente che liberi l'armadietto Musah (per il quale è sempre in piedi il dialogo con l'Atalanta): senza la partenza del nazionale Usa, con l'arrivo di Rabiot in rosa ci sarebbero ben sette centrocampisti. Un numero fuori scala per una squadra che non ha impegni europei.

buon livello

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Ma è proprio questa cifra che dà origine a una riflessione. O provocazione, se si preferisce. La mediana infatti è stato il settore in cui il club è intervenuto in modo più incisivo in termini numerici e qualitativi. Una campagna acquisti di livello decisamente buono lungo la quale sono arrivati sua maestà Modric, un tuttologo come Jashari e un uomo d'ordine come Ricci. Inoltre Allegri sta fornendo a Fofana strumenti offensivi inediti, trasformandolo in una mezzala da incursione molto interessante (al netto della pessima mira in zona gol, sulla quale occorreranno ripetizioni private a Milanello). Insomma, dei tre reparti il centrocampo era, e rimane, con tutta certezza quello assemblato meglio e quello su cui il club ha lavorato nel modo migliore. Eppure, con una difesa che resta imprigionata nel castello degli orrori e un attacco dove Gimenez non sembra in grado di dare garanzie sufficienti in termini di gol, il Diavolo rivolge ancora lo sguardo al centrocampo.

funzionalità

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Perché? Già: perché? Una prima risposta, banale, è che qualsiasi allenatore ha ovviamente i suoi giocatori di riferimento. Quelli funzionali al proprio tipo di gioco. E la mediana è la zona più delicata del campo. Ma, andando oltre nel ragionamento, si potrebbe anche dire: se Allegri, nonostante sei centrocampisti in rosa, per di più tutti diversi uno dall'altro (in ordine alfabetico: Fofana, Jashari, Loftus-Cheek, Modric, Musah, Ricci), sente la necessità di portarsene a casa un altro, allora i casi sono due. O non c'è stata chiarezza comune nel momento di definire gli obiettivi, oppure Allegri, alla fine di agosto, ritiene nonostante tutto il suo centrocampo privo di determinate caratteristiche. Che ai suoi occhi Rabiot evidentemente gli darebbe.

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