Panatta: "Al Roland Garros sarà ancora sfida Sinner-Alcaraz. Ma occhio a Musetti..."

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"Dopo tre mesi Sinner deve trovare il feeling: al Roland Garros però sarà ancora una sfida tra di loro"

Elisabetta Esposito

Giornalista

20 maggio 2025 (modifica alle 16:44) - ROMA

La mancata vittoria di Sinner è "comprensibile", Musetti "ha fatto un grandissimo torneo" e Paolini è "la più intelligente che ci sia". Parole di Adriano Panatta, pronto a commentare quest’edizione degli Internazionali d’Italia in cui i nostri sono stati finalmente grandi protagonisti. 

Partiamo dalla finale. 

"Dopo tre mesi di stop Sinner non è ancora al 100% ed è normale che sia così. Poi si giocava sulla terra battuta che non è certamente la sua superficie preferita, mentre è la preferita di Alcaraz. Diciamo che aveva tutte le condizioni contrarie. Ha giocato il primo set contratto, così come lo spagnolo a dire il vero: il ritmo era abbastanza elevato, ma senza sprazzi eccezionali. Poi il tie-break ha favorito Alcaraz che ha quel punto se n’e andato, si è sciolto, mentre Sinner ha subito un po’ il ritmo più alto che ha imposto l’avversario". 

Dopo lo stop forzato possiamo dire che la finale per il nostro numero uno resta un grande risultato? 

"Direi un buon risultato. Lui e Alcaraz sono di gran lunga i migliori del circuito, non ci sono avversari che possano impensierirli. Se perdono un set è solo perché si distraggono. La differenza fra loro e gli altri è troppo evidente. Certo, se Jannik avesse avuto il tabellone di Alcaraz forse avrebbe avuto più difficoltà. Ha affrontato invece giocatori che per lui non sono pericolosi, fino alla finale è andato abbastanza liscio". 

Che Sinner non sia ancora al massimo lo ha percepito più dal punto di vista fisico o mentale? 

"Direi che fisicamente sta molto bene, si è mantenuto alla grande, ha svolto un lavoro specifico sia fisico sia mentale. Quello che gli manca un po’ è il ritmo, la partita ti prepara in un’altra maniera rispetto a un allenamento. Di sicuro i match di Roma lo aiuteranno al Roland Garros". 

Sarà un duello Sinner-Alcaraz anche a Parigi? 

"Beh sì, anche perché con 3 set su 5 c’è maggior margine di recupero se dovesse capitare una giornata storta: chi è più forte è avvantaggiato. Saranno uno da una parte e uno dall’altra del tabellone, visto che sono uno e due della classifica Atp e sinceramente non vedo chi possa ostacolare il loro cammino. L’unico potrebbe essere Musetti, gli altri non credo. Zverev sì, è un grande giocatore per carità, però… Poi chi c’è, Draper? Bah. Tsitsipas è mezzo sparito, Medvedev non è più quello di un anno e mezzo fa, De Minaur perde prima di giocare, Ruud uguale. L’unico è Musetti". 

Che sappiamo essere uno dei suoi prediletti come gioco. A Roma è andato bene. 

"Ha fatto un grande torneo. Lui era convinto di vincere. Giustamente, sennò che giochi a fare?". 

Intanto lei resta l’ultimo italiano ad aver vinto Roma… 

"Sì vabbè ma sono 50 anni, che palle! - ride - Questo è giovane, prima o poi vincerà Roma, vincerà il Roland Garros, tutto, così la finite...". 

Va bene… Commentiamo Jasmine Paolini? 

"È di gran lunga la più intelligente dal punto di vista tattico, è una giocatrice che sfrutta al meglio le sue qualità e i difetti delle avversarie. Non ha una grande cilindrata, ma sopperisce con la velocità, la furbizia, l’intelligenza, poi si muove molto bene. È logico che quando si trova davanti queste valchirie che tirano a 200 all’ora qualche punto glielo lascia, però alla fine vince sempre lei". 

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