Lukaku, il grande assente. L'infortunio, poi il dolore per il padre: il calvario continua

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La morte del padre è arrivata durante la complicata riabilitazione per la lesione al femorale della coscia sinistra. L'attaccante vive il momento più nero della carriera e si sfoga sui social

Alessandra Vaccaro

24 ottobre 2025 (modifica alle 15:26) - MILANO

Non può piovere sempre, o almeno si spera. La tempesta emotiva di Romelu Lukaku è iniziata il 14 agosto scorso e, per il momento, non accenna a placarsi. Era l’ultimo giorno di ritiro di Castel di Sangro, stava procedendo tutto per il verso giusto, Romelu aveva preso parte all’intera preparazione pre campionato, quando nell’amichevole di chiusura della preseason contro l’Olympiacos, una fitta fortissima. Dopo un recupero palla di De Bruyne in zona offensiva, Romelu ha calciato in estensione dai 25 metri, si è subito accasciato a terra: lesione di alto grado al retto femorale della coscia sinistra. Un infortunio grave, che ha cambiato il racconto dell’intera stagione, di Romelu, di Antonio Conte, del Napoli e della Serie A. Avere o non avere a disposizione un centravanti come il belga fa tutta la differenza del mondo. E questo l’allenatore del Napoli lo sa bene. “È un infortunio importante per un giocatore che ha avuto un peso specifico fondamentale per la vittoria dello scudetto”, ha detto Conte in conferenza stampa prima dell’esordio di campionato contro il Sassuolo. E prima che il Napoli tornasse sul mercato per sostituire Big Rom nel miglior modo possibile, 50 milioni per Rasmus Hojlund.

l'addio al padre

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Mentre il Napoli ha mosso i primi passi della stagione in serie A e Champions, Romelu ha iniziato l’iter di riabilitazione. È subito tornato in Belgio, dove sta trascorrendo le giornate tra palestra e piscina, terapie conservative (si è evitato l’intervento) e una valanga di pensieri, non solo calcistici. A rendere ancora più difficile il recupero, anche la morte del padre Roger e i problemi legati alla sepoltura, che lo hanno tormentato oltremodo. È di qualche ora fa il post Instagram in cui lo saluta per l’ultima volta: “Il nostro eroe è stato sepolto oggi. È dura. È dura. Ma so che è orgoglioso dei suoi ragazzi. Grazie di tutto papà. Possa la tua anima riposare in pace. Ti vogliamo bene. Romelu e Giordania”. Era stato calciatore anche lui, della Repubblica Democratica del Congo e nella massima serie turca. L’attaccante del Napoli ha cancellato tutte le foto dal suo feed Instagram per lasciare spazio solo ai tre post dedicati alla memoria del padre.

la sua partita

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Se nella prime gare del Napoli Romelu ha mostrato, sempre attraverso i social, di essere vicino alla squadra, caricandola e facendole i complimenti per le vittorie, dopo la morte del padre si è, momentaneamente (e forse solo apparentemente), allontanato dal calcio. Salvo poi rivederlo recentemente in visita nel ritiro ad Eindhoven e in tribuna ad assistere alla disfatta azzurra contro il Psv. Chissà che non possa essere proprio la gara con l’Inter a stimolarlo e a fargli tornare il sorriso. Sabato alle 18 allo stadio Diego Armando Maradona, andrà in scena Napoli-Inter, non un match qualsiasi, ma quello che, da qualche anno in serie A, è diventato un super classico. La gara tra le due squadre che si stanno contendendo lo scudetto da tre anni, che diventano quattro se consideriamo la stagione in corso, e i presupposti per farlo ci sono tutti. Quella di sabato sarebbe stata la partita di Romelu Lukaku. Lui che ha toccato il picco in carriera proprio con la maglia nerazzurra e proprio sotto la guida di Antonio Conte.

gli anni all'inter

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Nel biennio 2019-2021, Romelu ha raggiunto quota 47 gol in serie A, realizzando 11 assist, e toccando punte di xg medio per partita di 0.68 (per rendere l’idea, Haaland nella scorsa Premier si è fermato a 0.65 di xg). È stato Lukaku a trascinare l’Inter in finale di Europa League, sempre lui a riportare il tricolore nella Milano nerazzurra dopo 11 anni di astinenza, lui a fare le fortune di Antonio Conte e Conte, naturalmente, a fare le sue. Perché è proprio vero, che nel calcio, come nella vita esistono dei rapporti speciali e quello di Romelu e Antonio lo è, sia in campo che fuori. Come dicono spesso gli allenatori vecchio stampo (Conte un po’ lo è), servono gli uomini prima dei giocatori. Eccolo accontentato. Lukaku solo Lukaku, Conte è stato chiaro fin dall’Inter sulle richieste di mercato (solo al Chelsea non ci è riuscito). Romelu ha sempre mostrato profondo rispetto, senso del lavoro e immediata applicazione. Nel biennio all’Inter, Antonio Conte ha cucito il gioco sulle caratteristiche dell’attaccante belga e la macchina da gol e assist ha raggiunto giri del motore altissimi. Bisogna ammettere che il belga in quegli anni era nel pieno splendore calcistico anche per il fattore anagrafico, a 26 anni poteva garantire a Conte sgroppate solitarie in contropiede, poteva ricevere i lanci lunghi del portiere di petto, di testa, in qualsiasi modo, riuscendo ad addomesticare anche i palloni più selvaggi e, poteva, inoltre, servire Lautaro Martinez posizionato accanto a lui o alle sue spalle, pronto all’inserimento. Sono stati gli anni della LuLa, una delle invenzioni più belle di Antonio Conte. 

il ritorno da conte

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Dopo l’Inter, le meno fortunate esperienze al Chelsea, di nuovo all’Inter (in prestito) e alla Roma sempre con la stessa formula. Ma non era lo stesso Lukaku di sempre. L’avvento di Antonio Conte sulla panchina del Napoli è stato la vera svolta. Gli è bastata la chiamata del tecnico ex Inter, per allenarsi in solitaria e dire di no a mezzo mondo pur di tornare a lavorare con lui. Quella del quarto scudetto del Napoli è stata senza dubbio la stagione di Conte e Lukaku. Senza avere a disposizione una rosa eccessivamente lunga, l’allenatore azzurro ha messo Romelu al centro del gioco, una soluzione tattica semplice e prolifica visto che il belga ha messo lo zampino in 24 gol del Napoli. Lukaku ha giocato, nella scorsa stagione, partite di estremo sacrificio, distraendo i difensori avversari, proteggendo magistralmente il pallone e mettendolo al servizio delle mezzali. La seconda primavera di Lukaku ha attirato l’attenzione di club arabi, che nell’ultima sessione di mercato avrebbero fatto follie per averlo. Immediato il no secco di tutte le parti in causa, anche se con l’arrivo di Hojlund (classe 2003), il discorso Arabia potrebbe essere solo rimandato a fine stagione. Stagione che Lukaku si appresta a vivere da protagonista non appena riuscirà a ritrovare la giusta condizione fisica e mentale. A dicembre potremmo rivederlo in campo, visto che l’iter riabilitativo sta procedendo secondo programma. Napoli-Inter non avrà lo stesso sapore senza Big Rom, anche se nelle due gare dell’anno scorso non è stato al centro della scena. Sarebbe stato bello ammirare il tandem Lukaku-De Bruyne e rivedere quello già collaudato Lukaku-McTominay nella gara più significativa della stagione. Sabato al Maradona il condottiero siederà in panchina senza il suo fedelissimo soldato e, sicuramente, proverà a vincere anche per lui. 

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