Lewandowski: "Pallone d'Oro? Lo meritavo, ma non sempre vince chi dovrebbe"

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L'attaccante polacco ha vinto tutto ma manca ancora qualcosa nella sua bacheca. Impossibile non pensarci: è un sogno che tutti i grandi giocatori vorrebbero raggiungere e che ha concretamente sfiorato più di una volta.

Alessia Bartiromo

Classe 1988, una vita indossando le maglie dei club più prestigiosi d'Europa e vincendo tanto, tra gol e prestazioni da standing ovation. Robert Lewandowski continua ad essere un grande fuoriclasse del calcio internazionale, senza alcuna voglia di rallentare la sua corsa. C'è però qualcosa che manca nella sua bacheca: il Pallone d'oro. Impossibile non pensarci: è un sogno che tutti i grandi giocatori vorrebbero raggiungere e che lui ha concretamente sfiorato più di una volta. Parte da qui lo sfogo dell'attaccante del Barcellona, che si racconta in una lunga intervista al Times.

Lewandowski e il rimpianto del Pallone d'Oro

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Ancora tanti sogni nel cassetto e obiettivi da raggiungere. Questo è il segreto di Robert Lewandowski che ha ancora fame di successi e gol. C'è però qualcosa di importante che manca ancora tra i trofei da alzare al cielo con soddisfazione: si tratta del Pallone d'Oro, che ha sfiorato numerose volte ma che non è mai riuscito concretamente a conquistare. "Non si può cambiare la realtà: ho vinto tutto nella vita, tranne il Pallone d'Oro. Credo di averlo meritato in alcune edizioni ma non sempre lo conquista chi dovrebbe. Non posso fare altro che lavorare sempre di più e continuare a sperarci. So come funziona, intorno al calcio ci sono molte influenze, anche politiche. Nulla sarebbe cambiato con questo trofeo, sarebbe stata solo una soddisfazione personale quindi va comunque bene così", dichiara al Times.

Le sensazioni tra presente e futuro

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"Credo di poter dare tanto al calcio ancora per i prossimi tre, quattro anni. I numeri dei miei allenamenti sono super positivi, è come se fossi sempre fermo a dieci anni fa, mi sento bene e in forma. A 37 anni non bisogna assolutamente pensarsi come un giocatore già verso la fine della carriera, tengo il passo dei calciatori più giovani e faccio ancora tanti gol perchè ci credo", prosegue Lewandowski.

Infine una chiosa sui suoi compagni di squadra: "Yamal è incredibile, non ho mai visto un talento come lui sbocciato già quando aveva 15 anni. Si tratta anche di un bravissimo ragazzo e di un ottimo professionista, diverso dagli altri. Alla maggior parte dei ragazzi di oggi non puoi dire niente, si offendono e non migliorano". Sugli allenatori del cuore invece: "Il re della tattica è Guardiola, per la gestione uomini scelgo Flick, per i discorsi motivazionali alla squadra Klopp, mentre Ancelotti è il leader per la preparazione delle grandi partite Ancelotti".

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