Dopo la mononucleosi e un lungo stop, l’esterno danese pronto a partire dall’inizio. E con Tudor ha i conti in sospeso
22 ottobre - 12:43 - MILANO
Una tegola che però può diventare anche un’opportunità. L’infortunio di Cancellieri resta in ogni caso una tegola, visto soprattutto il periodo di grande forma che stava attraversando l’attaccante romano. Però "libera" un posto per Gustav Isaksen proprio nel momento in cui l’esterno danese comincia a dare i primi segnali di reale recupero. Adesso il numero 18 biancoceleste avrà così l’opportunità di giocare titolare, mettere altri minuti nelle gambe e tornare a esprimersi sui livelli della scorsa stagione, quando fu decisivo in numerose partite.
punto di svolta
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Dopo un’estate di inferno a causa della mononucleosi che lo ha costretto a saltare l’intero precampionato e anche i primi impegni ufficiali, Isaksen ha cominciato ad allenarsi in gruppo soltanto nella prima metà di settembre. In pratica è come se la sua stagione fosse iniziata da appena un mese e mezzo. E non è tutto. Perché il recupero dalla mononucleosi è particolarmente lento. In alcuni casi ci vogliono mesi prima di riacquisire il massimo delle forze. Da questo punto di vista il giocatore danese ha bruciato i tempi. Al punto da fornire due discrete prestazioni nelle partite disputate (da titolare) con la nazionale danese l’altra settimana. Dopo queste due gare (in entrambe è uscito dopo 70 minuti circa) ha giocato un’altra partita quasi completa domenica a Bergamo. È entrato dopo venti minuti ed è rimasto in campo fino alla fine, fornendo una prestazione complessivamente positiva, sicuramente molto migliore degli spezzoni di gara giocati a Reggio Emilia (ma lì aveva davvero pochi allenamenti nelle gambe) e all’Olimpico contro il Torino. Rispetto a quelle fugaci apparizioni, a Bergamo è apparso un giocatore trasformato. E la possibilità adesso di dare continuità alle tre partite giocate quasi per intero (le due con la Danimarca e questa con la Lazio) lo aiuteranno a crescere ancora di condizione.
Partita speciale
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Quella contro la Juventus sarà la sua prima da titolare quest’anno con la Lazio e sarà pertanto una gara speciale. Sarà tale anche per il valore dell’avversario e pure perché sulla panchina della squadra bianconera c’è un allenatore, Igor Tudor, con il quale Isaksen visse momenti difficili nei tre mesi in cui il tecnico croato allenò la Lazio. Tudor lo mise infatti in panchina, concedendogli pochissime opportunità. Isaksen non è in cerca di vendette, ma certamente la presenza sulla panchina della squadra avversaria di un allenatore con il quale non ebbe un grande feeling è una motivazione in più. Con Sarri, invece, contrariamente a quanto sostenuto da qualcuno, il rapporto è ottimo. È vero che nei nove mesi vissuti assieme nella prima stagione laziale del danese, lui giocò poco. Ma era il suo primo anno, doveva ambientarsi ed era ancora giovane. Quest’anno il Comandante avrebbe puntato su di lui senza esitazioni se non ci fosse stata la mononucleosi. E adesso, vista l’indisponibilità di Cancellieri, è pronto a lanciarlo di nuovo. Poi, quando il romano rientrerà, sarà un bel problema scegliere tra loro due. Ma è uno di quei problemi che ogni allenatore vuole avere
La Gazzetta dello Sport
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