Un gruppo di astronomi ha catturato la più nitida immagine mai realizzata della cometa interstellare 3I/ATLAS, grazie all'occhio del telescopio spaziale Hubble della NASA. Questa cometa, un ospite inatteso, proveniene da un altro sistema stellare, sta attraversando il nostro sistema solare a una velocità di 209.000 chilometri orari — la più alta mai registrata per un oggetto di questo tipo.
Sebbene 3I/ATLAS non rappresenti alcuna minaccia per la Terra, il suo passaggio offre un'occasione irripetibile per gli scienziati. L'intera flotta di telescopi spaziali della NASA è all'opera per studiarla: l'obiettivo è approfondire la conoscenza di questi rari viaggiatori cosmici e, al tempo stesso, migliorare la capacità di rilevare e monitorare oggetti vicini al nostro pianeta.
Un'immagine che vale miliardi di anni. L'immagine catturata da Hubble non solo rivela un livello di dettaglio senza precedenti, ma permette anche di stimare con maggiore precisione le dimensioni del nucleo della cometa: il suo diametro massimo è di circa 5,6 chilometri, anche se potrebbe essere molto più piccolo — fino a 320 metri, secondo i ricercatori.
Purtroppo, nemmeno Hubble è in grado di osservare direttamente il cuore solido e ghiacciato della cometa, nascosto dalla sua chioma luminosa. Il telescopio ha inoltre individuato un pennacchio di polvere espulso dal lato riscaldato dal Sole, oltre a una sottile coda di polvere che si allontana dal nucleo. I dati mostrano un tasso di perdita di materiale del tutto simile a quello delle comete del nostro sistema solare a distanze di circa 480 milioni di chilometri dal Sole, suggerendo che il comportamento di 3I/ATLAS, per quanto alieno nell'origine, non è così diverso da quello delle comete solari.
Un proiettile galattico. L'origine di 3I/ATLAS resta avvolta nel mistero. «Nessuno sa da dove provenga la cometa», ha dichiarato David Jewitt, dell'Università della California a Los Angeles, a capo del gruppo di osservazione di Hubble. «È come intravedere un proiettile di fucile per un millesimo di secondo: impossibile tracciarne l'esatto percorso».
Secondo gli scienziati comunque, la cometa vaga nello spazio interstellare da miliardi di anni, forse sette o più, accelerata nel tempo dal campo gravitazionale di stelle e nebulose incontrate lungo la via. Più tempo trascorre nello spazio profondo, maggiore diventa la sua velocità.
Le comete interstellari. 3I/ATLAS è solo il terzo oggetto interstellare mai identificato nel nostro sistema solare, dopo 'Oumuamua nel 2017 e 2I/Borisov nel 2019.
La sua scoperta, avvenuta il 1° luglio 2025 a una distanza di circa 420 milioni di miglia dal Sole, è merito del sistema ATLAS (Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System), sviluppato dall'Università delle Hawaii e finanziato dalla NASA.
ATLAS è progettato per fornire un'allerta precoce in caso di potenziale impatto di asteroidi. «La nostra capacità di osservare il cielo è diventata talmente potente che abbiamo superato una soglia: siamo pronti a scoprire sempre più reliquie vaganti della galassia», ha commentato Jewitt.
La caccia continua. Oltre a Hubble, anche altri osservatori spaziali stanno contribuendo alla missione di studio della cometa, tra cui il James Webb Space Telescope, il TESS (Transiting Exoplanet Survey Satellite), il Neil Gehrels Swift Observatory e l'Osservatorio WM Keck alle Hawaii, partner della NASA.
L'obiettivo è costruire un profilo sempre più dettagliato di 3I/ATLAS: dalla sua composizione chimica alla sua dinamica di volo. Secondo le previsioni, la cometa rimarrà visibile ai telescopi terrestri fino a settembre 2025, prima di scomparire temporaneamente dietro al Sole. Il suo ritorno è atteso per inizio dicembre, offrendo forse una nuova finestra di osservazione. Nel frattempo, i risultati delle osservazioni effettuate da Hubble saranno presto pubblicati su The Astrophysical Journal Letters e sono già disponibili in anteprima sulla piattaforma Astro-ph.
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