La coca, il doping e quel consiglio di Lippi che non ascoltò: con Mutu ci siamo persi un campione

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Piedi e istinti da fenomeno, il calcio di vertice soltanto lambito in poche, fugaci esperienze. Giocò il suo calcio migliore alla Fiorentina, pagò superbia e inesperienza e si perse tra droga e doping. E quella volta che il tecnico della Juve lo prese da parte e gli disse...

Andrea Schianchi

Giornalista

31 ottobre - 14:48 - MILANO

Se uno, conoscendone le qualità tecniche, la fantasia e la destrezza, scorre la lista delle squadre nelle quali ha giocato Adrian Mutu, gli viene subito da dire che dev'esserci un errore. Com'è possibile che un giocatore dotato di un talento incredibile, alla fine, abbia indossato soltanto per tre stagioni le maglie di grandi club europei? L'Inter, all'inizio della carriera, nel 2000, il Chelsea nel 2003-04 e la Juventus nel 2005-06 (la Fiorentina, nella quale Mutu giocò dal 2006 al 2011, non era al livello delle big continentali). Dove sta, dunque, il mistero? La risposta più semplice è la seguente: era dotato di classe, i suoi gesti erano eleganti, possedeva l'armonia dei campioni, ma non aveva la testa per arrivare fino al traguardo della gloria. 

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