Con il rientro dalla squalifica di Calhanoglu si riducono gli spazi disponibili a centrocampo, ma Petar ha già conquistato San Siro
Chi avrebbe potuto aspettarsi un debutto migliore di questo? A Petar Sucic, l'unico volto nuovo schierato titolare ieri da Cristian Chivu contro il Torino, sono bastati 90' per conquistare San Siro. Anzi, a dire la verità persino meno. Perché il croato è apparso subito al centro del gioco dell'Inter, fin dai primi minuti in cui ha subito risolto il dubbio: in regia - senza Calhanoglu - si è piazzato Barella, mentre l'ex Dinamo Zagabria è andato ad occupare il ruolo più naturale, ovvero quello di mezzala. E ha fatto tutto, ma proprio tutto, alla grande: agonismo enorme, diverse palle recuperate di rabbia, qualità. Sucic ha preso le misure e subito tirato fuori una personalità non da poco, rischiando la giocata (un paio di tiri verso la porta di Israel) e inventandosi un assist da stropicciarsi gli occhi per il momentaneo raddoppio di Thuram. È vero che si tratta solo di una partita, ma l'impressione è Sucic sia un giocatore speciale, o quantomeno possa ben presto diventarlo. Come "è speciale giocare qui a San Siro" ha detto proprio il croato dopo l'ottimo debutto. E adesso spunta naturalmente un dubbio, perché tirare fuori Sucic dai titolari con il rientro di Calhanoglu appare improbabile. Allora a chi prenderà il posto il croato?
gli indizi
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Le valutazioni a seguito di un esordio da incorniciare, per Chivu e gli altri nuovi volti nerazzurri, sono risultate più semplici del previsto: Barella ottimo anche fuori ruolo, Sucic subito determinante e... Mkhitaryan un po' più in ombra rispetto ai compagni. Sull'armeno "grava" anche il discorso anagrafico - a gennaio compirà 37 anni -, quindi è probabile che con il rientro di Hakan Calhanoglu sarà proprio lui ad accomodarsi in panchina, dalla prossima sfida dell'Inter contro l'Udinese e più in generale lungo tutto il campionato. Quindi Barella-Calhanoglu-Sucic, anche se "Miki" si conferma sempre prezioso proprio non appena viene messo in discussione. E c'è una variabile, che porta al cambio modulo di Chivu: il progetto iniziale prevedeva un passaggio al 3-4-1-2, ma l'esordio costruito con il "caro" vecchio 3-5-2 ha subito portato un risultato che alla vigilia era difficile immaginarsi migliore. Con un reparto lì al centro così completo, per uomini e caratteristiche, sarà davvero necessario rinunciare ad un centrocampista? Presto per dirlo, ma di sicuro Chivu rinuncerà a Sucic raramente.