Partita da incubo per i Cavaliers, sotto di 41 punti nell'intervallo. La stella di coach Atkinson fuori nel secondo tempo per problemi a una caviglia
Come un treno. I Pacers travolgono i Cleveland Cavaliers come un Frecciarossa, stravincendo Gara 4 129-109, avanti addirittura di 41 punti all’intervallo, salendo 3-1 nella serie di secondo turno dei playoff. Indiana è ora a una vittoria dal ritorno in finale di Eastern Conference, raggiunta nel 2024, a un successo dall’eliminare la prima testa di serie dell’Est. Gara 5 è in programma domani a Cleveland dall’1 ora italiana di mercoledì. I Cavs non solo saranno spalle al muro, costretti a vincere per non andare in vacanza, ma il loro miglior giocatore, Donovan Mitchell, non ha giocato il secondo tempo per un acciacco alla caviglia sinistra che già lo aveva fatto tribolare alla fine della stagione regolare. Solo precauzione oppure una ricaduta?
i meriti dei pacers
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Enormi. Ci mettono più voglia, più energia, più cuore. Giocano corali, di squadra, non vengono trascinati da un campione in serata di grazia. Fanno sempre canestro in attacco e difendono forte sia sul perimetro che sotto i tabelloni. Portano in partita il pubblico e si galvanizzano assieme ai propri tifosi. Sono anche duri - Ben Mathurin pure troppo, si fa espellere -, ma la ferocia agonistica è contagiosa: intimidiscono gli avversari. Mettono assieme numeri da record: gli 80 punti segnati nel primo tempo sono il primato di franchigia ai playoff, i 25 assist distribuiti nei primi 24’ sono un primato Nba. I Cavs conducono la gara anche di 44 punti, prima di vincerla di 20.

i demeriti dei cavs
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Enormi. Si fa tardi presto per loro nell’Indiana. Troppo. Un conto è perdere, un altro essere spazzati via. Umiliati, persino. Parliamo di una squadra con tre All Star, Mitchell, Darius Garland e Evan Mobley, il difensore dell’anno. Parliamo di una squadra da 64 vittorie su 82 partite di stagione regolare, di Kenny Atkinson, il coach dell’anno. Eppure al primo pugno subìto a Indianapolis i Cavs crollano giù. Incapaci d’incassare e di rispondere. Un tonfo rovinoso, impensabile. Non ci sono scuse: non c’erano assenti stavolta. Mitchell, poi (quantomeno) risparmiato nel secondo tempo, ha fatto qualcosina, gli altri nulla. Ty Jerome, finalista come sesto uomo dell’anno, è stato pessimo come per tutta la serie.

la partita
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Subito 14-5 Indiana. I Pacers giocano a tavoletta, a ritmo vertiginoso. Deandre Hunter e Mathurin bisticciano, si mettono le mani addosso: Mathurin viene espulso per il pugno sferrato, Hunter becca un tecnico per la spinta. 38-23 Indy a fine 1° quarto. I Cavs tirano 4/15 dal campo. La tempesta Pacers non s’è ancora placata: Siakam fa sempre canestro, Cleveland accumula palle perse: diventa 48-23 sulla schiacciata di Obi Toppin. TJ McConnell è un satanasso in uscita dalla panchina di Coach Carlisle, seziona la difesa ospite con la consueta energia. 80-39 a metà gara alla Gainbridge Fieldhouse, una punizione! Partita già chiusa a chiave. Turner con 18 punti, Cavs con 14 palle perse. 109-77 dopo 36’: nessuna traccia di un tentativo di rimonta ospite. I Pacers stravincono col pilota automatico inserito. Chi conduce una serie playoff 3-1 poi la vince nel 95% dei casi, Cleveland è a un passo dal baratro.
Indiana: Siakam 21 (7/8, 2/2, 1/1 t.l.), Turner/Toppin 20. Rimbalzi: Turner 7. Assist: McConnell 8.
Cleveland: Garland 21 (5/6, 1/5, 8/8 t.l.), Okoro 13, Mitchell 12. Rimbalzi: Thompson 6. Assist: Garland 6.