Allerta massima e una città in allarme tra manifestazioni e preoccupazioni. E gli elicotteri in cielo
Dal nostro inviato Roberto Maida
13 ottobre 2025 (modifica alle 23:58) - UDINE
Il corteo nel deserto. Per un pomeriggio, Udine offrirà l’immagine inedita di una città fantasma: l’allerta massima per la manifestazione Pro Pal ha consigliato a buona parte di negozianti e ristoratori di abbassare le serrande, quasi tutti i tassisti non lavoreranno per mancanza di clientela. Chi può, resterà a casa. Le auto private spariranno dal centro, transennato per l’intero percorso da due chilometri che ospiterà i contestatori. L’accordo di pace firmato in Medio Oriente non ha fermato l’onda, come hanno dimostrato i circa 30 attivisti arrivati ieri sotto alla sede romana della Federcalcio. I manifestanti chiedono che non si giochi la partita, anzi chiedono che la nazionale israeliana non giochi nel nostro Paese. È confermata la presenza degli agenti del Mossad, che scortano ovunque i membri della squadra. A proposito: a presidiare l’albergo dove dorme la nazionale israeliana, oltre ai due posti di blocco e a una robusta rete di protezione che ha obbligato il benzinaio della strada a chiudere la propria stazione di servizio, c’era anche un cecchino sul tetto. E altri vigileranno dall’alto allo stadio nelle ore della partita, insieme agli elicotteri delle nostre forze dell’ordine che già volano su Udine da due giorni.
la prova
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È un grande test per l’ordine pubblico, in un’area che non ha mai vissuto situazioni simili. Anche lo scorso anno per Italia-Israele, sempre a ottobre, c’era attenzione. Ma l’atmosfera stavolta è inquietante: in giro di vedono da molte ore tantissimi militari. Sono stati coinvolti anche i mezzi blindati dell’esercito, che si aggiungono alla normale sorveglianza, per un totale di 1.000 unità impiegate. L’organizzazione del Viminale, che ha curato insieme alle istituzioni locali il piano, prevede di dividere in due tronconi le forze dell’ordine, per separare di almeno 3 chilometri i manifestanti dai tifosi. Come? Intorno al Friuli, che per una sera torna a chiamarsi con il vero nome e senza lo sponsor, è stata istituita una zona rossa che richiederà pazienza ai controlli di sicurezza. Abbiamo testato ieri i gazebo con i metal detector e i raggi X. Conviene muoversi per tempo - ogni varco è dotato di un solo nastro per le perquisizioni - altrimenti si rischia di entrare a partita iniziata. Solo i possessori del biglietto (siamo intorno alle 9.000 persone) potranno avvicinarsi ai cancelli. Naturalmente è possibile che qualche manifestante abbia acquistato il pass. Ed è assai probabile che l’inno israeliano sarà fischiato. Ma ciò che succederà all’interno dello stadio non crea particolari allarmi. Lo stesso Manor Solomon, il giocatore più forte della nazionale israeliana, ha spiegato: "Siamo abituati a giocare in queste condizioni, sappiamo di avere tutti contro".
infiltrazioni
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I veri problemi possono nascere fuori se, insieme alle migliaia di persone pacifiche che sfileranno, le famose “frange violente” nominate dal prefetto di Udine nell’ordinanza creeranno disordini, approfittando della confusione. Non a caso la vigilia di Italia-Israele è stata agitata dalla solita polemica politica. Il governatore del Friuli, Massimiliano Fedriga, che ha stabilito una partnership con la Federcalcio, è molto critico verso i partecipanti al corteo. "C’è chi vuole manifestare o creare tensione a prescindere – ha detto a Telefriuli -. Lo sport deve essere uno strumento di dialogo, invece si cerca sempre lo scontro. Sono dispiaciuto che si continui a cavalcare una protesta, anche quando è in corso un processo di pace. Evidentemente c’è un secondo fine". Il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, ha invece deciso di disertare lo stadio. "E sono certo che la manifestazione sarà pacifica - ha chiarito a Sky Sport -. Il mio sogno è poter ospitare un giorno un’altra partita, quella tra Israele e Palestina".