(di Luciano Fioramonti)
"Credo che stupirsi attraverso nuove
esperienze legate alla natura sia un po' il significato di una
vita piena, e che questo sia l'intento della nostra ricerca".
L'architetta Elica Sartogo spiega così che cosa ha mosso lei e
la madre Nathalie Grenon Sartogo a realizzare al Maxxi la mostra
'Il Giardino all'Italiana', corredata dal bel catalogo di 120
pagine (De Luca Editori d' Arte) presentato pochi giorni prima
della chiusura.
L'idea di partenza è stata riflettere sul concetto di
bellezza e armonia, di forme, profumi e colori, attraverso il
paesaggio, l'architettura e il design che "si esprime con l'alto
artigianato italiano, integrando innovazione e tradizione
millenaria, con l'intento di creare un unicum e continuum tra
l'esterno e l'interno tra la natura e lo spazio abitato".
La mostra, realizzata a quattro mani dalla due architette, ha
preso ispirazione dalle passeggiate a Villa Borghese per la
realizzazione di prototipi di mobili e arredi con materiali
diversi - legno, ceramica, metalli e tessuti - chiesti da un
"committente illluminato" per la propria residenza romana. Ecco
allora il blu dell'acqua per un grande armadio ondulato e uno
specchio sinuoso, il bianco dei petali di magnolia per una
scrivania, la forma di un cuore rosso per i comodini, i temi
geometrici per un tappeto e una serie di maioliche che saranno
prodotte artigianalmente da un'azienda. Un percorso che è stato
anche multisensoriale con l'interazione di note olfattive, da
quelle delle piante aromatiche a quelle agrumate, al profumo
della rosa damascena.
"Le consolle, le sedute, gli armadi, le luci, sono una chiara
volontà di mutuare dalla natura una serie di forme e di
comportamenti e di trasformarli - ha osservato Marco Sammicheli,
direttore del Museo del Design Italiano alla Triennale di Milano
-. C'è poi un altro elemento che trovo rilevante, e cioè quello
dell'italianità delle manifatture artigiane". Francesco Stocchi,
direttore artistico del Maxxi, ha insistito sul "parallelo tra
il dentro e il fuori, che innanzitutto, visto il luogo dove
siamo, risponde perfettamente alla poetica di mischiare,
sovrapporre l'interno e l'esterno. Il giardino viene
rappresentato, e così ci si ritrova in un giardino che è abitato
dal design". Con il loro lavoro a quattro mani Nathalie ed Elica
Sartogo hanno cercato di mettere in luce "l'armonia che si
trova nella natura, perché per eccellenza se tu prendi un
pomodoro piuttosto che una rosa, piuttosto che tutti gli
elementi che abbiamo inserito nella mostra, nulla è più pieno e
completo di una forma della natura".
Lo scrittore Marco Lodoli, in un testo letto durante la
presentazione del volume, osserva che "il giardino rappresenta
da sempre il magico equilibrio tra il fuori e il dentro, tra la
natura esterna, incantevole ma anche minacciosa, e il perimetro
della casa, protettivo ma anche limitato. Abbiamo bisogno di uno
spazio intermedio, che sia locus amoenus, cioè luogo senza
porte, e hortus conclusus, cioè luogo chiuso e protetto". Le due
autrici, osserva lo scrittore, "in qualche modo hanno aperto la
porta di casa alle immagini del giardino… Fiori e alberi e
fontane si trasformano in scrivanie, tavolini, specchi, come
nella casa di una maga buona: porte e finestre si aprono, ogni
tristezza privata se ne va, e in casa entra il gioco colorato
della natura, un sogno che diventa realtà, o forse è la realtà
che sogna". E se Nathalie Grenon Sartogo ha sottolineato che il
catalogo "è un'estensione viva della mostra che continua anche
oltre lo spazio del Museo", la presidente del Maxxi Maria
Emanuela Bruni ha fatto sapere che l'installazione esterna "Tra
i Giardini Segreti" rimarrà esposta fino al prossimo autunno.
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