Il 62% degli italiani si aspetta
aumenti in bolletta, significativi per il 21%, moderati per il
41%, mentre una riduzione è attesa solo dal 14%. Speculazione
dei mercati, 33%, logiche geopolitiche e crisi internazionali,
24%, sono le principali cause di questo pessimismo. Lo rileva
una ricerca del gruppo Havas, presentata presso la Camera dei
deputati, nel corso dell'evento "Transizione energetica: un
progetto comune per l'Italia".
Per il 95% degli italiani è fondamentale l'indipendenza
energetica, ma oltre la metà (il 52%) trova difficile orientarsi
sui temi dell'energia e il 45% ritiene "necessarie campagne di
educazione e sensibilizzazione pubblica". "Sul nucleare di nuova
generazione il 46% degli italiani - evidenzia lo studio - si
dice favorevole alla costruzione di nuove centrali, ma questa
percentuale cresce dell'8% fino a raggiungere la maggioranza
quando vengono fornite informazioni specifiche su sicurezza,
smaltimento delle scorie e tecnologie di IV generazione".
"I dati evidenziano come gli italiani siano fortemente
favorevoli alle tre direttrici principali che ispirano il piano
di transizione energetica del nostro Paese: la sostenibilità
ambientale, la riduzione dei costi e l'indipendenza energetica",
dichiara il vice president di Havas Pr, Corrado Tomassini.
"Tuttavia, quando si entra nel merito del piano e delle fonti di
approvvigionamento, emerge una minore chiarezza. Per quanto
riguarda le nuove tecnologie, come il nucleare di nuova
generazione, la ricerca mostra che una corretta informazione
sulle caratteristiche specifiche dell'innovazione può modificare
significativamente la percezione degli italiani", conclude.
"Per affrontare il trilemma sostenibilità, sicurezza ed
equità, e aumentare la competitività, le imprese devono
ripensare le proprie strategie e investire con decisione
nell'innovazione, intesa sia come sviluppo tecnologico sia come
digitalizzazione", dichiara Fausto Torri, responsabile energy &
utilities per Italia, Europa centrale e Grecia di Accenture.
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