Rischio disagi soprattutto per chi viaggia domani per lo sciopero generale proclamato dai sindacati autonomi Usb, Cub e Cobas. La protesta riguarda tutte le categorie, dalla sanità alla scuola, ma sono previste difficoltà soprattutto nel settore dei trasporti. Per le Ferrovie è previsto uno stop dalle 21 di questa sera alle 20.59 di domani con fasce di garanzia per il trasporto regionale tra le 06.00 e le 09.00 e dalle 18.00 alle 21.00 mentre per il trasporto pubblico locale le fasce di garanzia sono diverse a livello regionale.
L'agitazione sindacale, secondo quanto spiegato da Trenitalia che invita i viaggiatori a informarsi e nel caso a riprogrammare il proprio viaggio, potrebbe avere impatti sulla circolazione ferroviaria e comportare cancellazioni totali e parziali di Frecce, Intercity e treni del Regionale. Per quanto riguarda il trasporto aereo L'Enac ha chiarito che nel corso della protesta di 24 ore devono essere assicurati, in aggiunta ai voli di Stato, militari, emergenza, sanitari, umanitari e di soccorso, tutti i voli, inclusi i voli charter, schedulati in partenza tra le 07.00 e le 10,00 e tra le 18.00 e le 21.00. Devono inoltre essere assicurati i collegamenti con le Isole. Nei giorni scorsi Ita ha annunciato di aver dovuto cancellare a causa dello sciopero 34 voli tra domestici e internazionali.
Sempre per il 20 è previsto lo sciopero di otto ore proclamato da Fiom Fim e Uilm per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, a quasi un anno dalla scadenza dell'accordo che riguarda circa un milione e mezzo di lavoratori con manifestazioni a livello regionale. Ai disagi dello sciopero degli autonomi con il rallentamento dei servizi di trasporto pubblico locale potrebbero aggiungersi quelli per il traffico nelle città dove sono previsti i cortei. I segretari generali delle federazioni metalmeccaniche, Michele De Palma, Ferdinando Uliano e Rocco Palombella parleranno rispettivamente a Napoli, Bologna e Mestre.
L'Usb ha sottolineato che la scelta dello sciopero è stata determinata dalla necessità "di opporsi alle politiche belliciste del Governo Meloni e di lottare per gli aumenti salariali. La corsa al riarmo, per la difesa comune europea e l'aumento della spesa per la Nato fino al 5% del Pil, sottolinea il sindacato, sta portando il nostro Paese al collasso: i rinnovi contrattuali non coprono l'inflazione, le crisi industriali si aggravano e moltiplicano, le lavoratrici ed i lavoratori sono sempre più poveri".
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