"Fencing for the Planet": Italia capofila di un progetto internazionale di scherma inclusiva

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A Tbilisi, dove sono in corso i Mondiali, il presidente della Federscherma Luigi Mazzone  ha presentato alla Fie il programma dedicato agli atleti autistici e con disabilità intellettive 

dal nostro inviato Mario Canfora

24 luglio - 23:16 - TBILISI (GEORGIA)

L’Italia capofila di un grande progetto internazionale per la scherma inclusiva. È quanto emerso a Tbilisi, nella tavola rotonda "Fencing for the Planet", organizzata dalla Fie, la Federazione internazionale. Un focus dedicato ai temi della sostenibilità ambientale, della responsabilità sociale e dell’inclusione nello sport. Proprio su quest’ultimo cruciale argomento è stato relatore il presidente della Federazione Italiana Scherma, Luigi Mazzone, che ha presentato alla Federazione Internazionale il progetto dedicato all’inclusività e al valore sociale della scherma. In un’introduzione che riprendeva i contenuti del recente webinar formativo organizzato dal gruppo di lavoro "Scherma per i disabili intellettivi" della Fis, Mazzone ha illustrato come, quanto e perché le pedane possano essere luogo ideale d’integrazione e inclusione, con particolare riferimento agli atleti autistici e con disabilità intellettive. La scherma, insomma, come strumento educativo e aggregativo, nel solco di una visione fondata su evidenze scientifiche che l’Italia sta portando avanti e che nel 2026 porterà all’organizzazione di un circuito di gare a squadre integrate. 

scala mondiale

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Proprio su questo punto i vertici della Fie, con in testa il presidente ad interim Abdelmoneim ElHusseiny e la segretaria generale Gulnora Saidova, hanno manifestato il loro grande interesse e la volontà di seguire il progetto italiano per trasformarlo in un grande momento di respiro internazionale. "Fencing for All" potrà quindi estendersi su scala mondiale: la Fis ha confermato disponibilità e volontà di organizzare in Italia queste competizioni a squadre integrate, in cui ogni formazione schiererà in pedana almeno un atleta autistico o con disabilità intellettiva. Un’iniziativa di valore sportivo, ma soprattutto umano e culturale, che rafforza l’impegno della scherma sul fronte dell’inclusione. 

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