Euforia Inter: il viaggio in pullman e la felicità per il -1. Inzaghi: "Ora tosti"

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L’Inter ha seguito il 2-2 del Napoli rientrando ad Appiano: lo spirito del gruppo è al massimo

dal nostro inviato Filippo Conticello

12 maggio - 07:53 - TORINO

Ieri sera, sfrecciando dalla mitica via Filadelfia, i televisori accesi illuminavano l’interno del bus con quella maxi-scritta, “Inter”, sul fianco. Trasmettevano dal Maradona, era ancora la metà del primo tempo: sarebbe arrivato alla fine il meglio per la comitiva di rientro a Milano. Il viaggio nerazzurro sull’A4, vissuto con gli occhi puntati su Napoli-Genoa, ha concluso una strana settimana per cuori forti e amanti dell’epica. Anche questo si è trasformato nella solita altalena di emozioni, perché ormai la stagione va così: che sia Italia o Europa, l’Inter passa in un amen dal tormento all’estasi, dalla depressione all’esaltazione. La visione della partita dei rivali ha accompagnato il gruppo di Inzaghi al rientro da Torino fino al momento catartico, la testata di Vazquez che rischia di cambiare completamente la geografia del campionato negli ultimi due turni. In quel momento, mancava una ventina di chilometri per arrivare ad Appiano, luogo di speranzosa partenza sabato pomeriggio e di dolce arrivo ieri notte. Quando i nerazzurri sono scesi dal pullman un attimo prima delle 23, sapevano di stare in classifica ormai a un alito dal Napoli. Anche in campionato, la rincorsa impossibile per loro è diventata di colpo reale: per questo, il buonumore della truppa è perfino cresciuto, nonostante fosse già a livelli da vertigine dopo la battaglia vinta con il Barcellona. 

che viaggio

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Ieri i nerazzurri hanno iniziato a capire che uno strano vento soffiava sul Napoli vedendo sul monitor di bordo la carambola di Meret sull’1-1. Il contro-vantaggio campano di Raspadori non ha tolto fiducia, né allo staff che occupava come da tradizione le prime file, né ai giocatori seduti sul fondo, come in ogni gita che si rispetti. Tutti notavano un Genoa più baldanzoso del previsto, sapevano che poteva scapparci la sorpresa, e così è stato. Il 2-2 non poteva che essere accompagnato da una piccola esultanza, composta, perché l’Inter tutta sa che il grilletto è sempre nelle mani dell’ex Conte. Nello stesso tempo, però, adesso la pressione aumenta in casa della capolista, ridotta a un +1 di vantaggio: più che ripensare ai punti dilapidati lungo il cammino, è su questo aspetto psicologico che lavoreranno da mercoledì ad Appiano.

ansia altrove

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Prima di salire sul bus, nella sala stampa dello Stadio Grande Torino, Inzaghi commentava comunque con soddisfazione questo 0-2 raccolto sotto a un nubifragio da tregenda. Mentre Simone parlava di A e Champions, di granata e parigini, Lobotka usciva infortunato al Maradona. Erano i primi segnali a distanza, il tecnico nerazzurro veniva subito avvisato uscendo dalla sala, sia del guaio al regista di Conte sia del successivo gol di Lukaku. Da parte sua, qui a Torino Inzaghi aveva cancellato con un tratto di penna l’elenco di cose da fare sul suo bloc notes: concedere riposo ai reduci della battaglia contro il Barça, tenere ben allenata l’Inter B e, soprattutto, evitare anche il minimo rischio per i muscoli, cosa tutt’altro che scontata in questo pantano. Non si aspettava, però, un’altra riga in extremis: irrompere a -1 dal Napoli e tornare così a sperare per lo scudetto. In ogni caso, ha avuto una nuova conferma di come questa seconda squadra possa accompagnarlo comodamente verso la fine, succeda quel che succeda sul fronte napoletano: "Lo scudetto non è comunque nelle nostre mani, ma dobbiamo fare partite serie e toste come questa e allenarci con serenità e allegria verso la finale di Champions perché l’ansia non porta da nessuna parte", aveva rintuzzato il tecnico. Anzi, l’ansia da adesso potrebbe abitare altrove.  

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