Il primo ministro albanese ha dato il via alla crono: "Complimenti a Cairo per l'organizzazione. Da giovane seguivo la corsa alla radio e tifavo Merckx"
Dal nostro inviato Luca Bianchin
11 maggio - 09:24 - TIRANA (ALBANIA)
Il primo ministro si presenta alla partenza della seconda tappa in maglietta e pantaloni della tuta, con il numero 5 sulla coscia sinistra. Sembra la divisa di un portiere di pallamano, finché lui non spiega: "Il 5 è il numero della nostra lista sulla scheda elettorale". Oggi gli albanesi andranno a votare per il Parlamento e poi si metteranno davanti alla tv a vedere il Giro. Al punto che qualcuno si è chiesto se tutto questo non finirà per aiutare Rama, che ha portato qui il Giro e punta a continuare dopo 12 anni da premier.
Come sarà avere una giornata così?
"È bellissimo che in un giorno di elezioni, dove per abitudine c’è tensione, ci sia una festa".
Il Giro serve a portare turismo ma è anche sport del cuore. Per lei che cosa significa?
"Io da giovane ascoltavo il Giro d’Italia alla radio e tifavo per Merckx. Il ciclismo è una metafora della vita e noi con il Giro possiamo mostrare all’Italia e al mondo un Paese pazzesco. Devo fare i complimenti a Cairo e all’organizzazione perché nelle ultime 24 ore ho ricevuto messaggi dall’estero: 'Siete un Paese incredibile', mi scrivono".
Che cos’è lo sport italiano per lei?
"Quando sono diventato juventino, era l’unica finestra su un altro mondo. Con il comunismo eravamo isolati, la tv italiana oscurata, non potevamo viaggiare, il segnale tv si apriva solo con 90° minuto e si poteva seguire il calcio minuto per minuto alla radio. Era molto più che sport".
Quali sono i suoi tre sportivi preferiti di sempre?
"Il primo è Dino Zoff. Da bambino avevo in camera la sua foto, me la portò mio padre quando andò in Italia per qualche giorno, tanti anni fa. Il secondo che mi viene in mente è Arrigo Sacchi. Il terzo, per la leadership, è José Mourinho".
Che ruolo deve avere lo sport nel 2025?
"Penso che ci sia una riflessione da fare: quanto investiamo noi e l’Europa sullo sport? Lo sport può dare molto di più all’Europa, per una società più sana, un po’ più bilanciata tra TikTok-Facebook e corpo&mente. Non siamo robot, l’intelligenza artificiale può fare tutto ma non sentire l’affetto di cui abbiamo bisogno. Io non capisco come l’Italia sia una delle grandi potenze del calcio, che è un patrimonio culturale, e abbia stadi osceni".
Da socialista, come spiega la sua vicinanza al premier Meloni? Che effetto le ha fatto vedere il centro per migranti di Gjader?
"In un rapporto di amicizia tra Albania e Italia non puoi scegliere solo quello che è bello, divertente e politicamente pulito. Devi esserci anche quando c’è bisogno di fare le cose difficili. Noi abbiamo dato al Governo italiano la giurisdizione italiana su questo territorio. Sta a loro fare il resto, amministrare, gestire. Non si può dire che io sia un socialista che va in giro con una fascista. Giorgia Meloni è una politica di destra, ma di destra europea: per il suo contributo per tenere l’Europa insieme, lei è stata una sorpresa per tutti".
Questo Giro ribadisce un concetto: per fortuna, il modo in cui gli italiani vedono il popolo albanese è cambiato infinitamente, negli ultimi 35 anni.
"Sì, la differenza è enorme. La gente comune, però, in Italia è stata molto aperta e accogliente con noi. Se non ci fossero stati loro, dove avremmo trovato cibo, accoglienza e aiuto?".