Diavoli, montagne, viagra e Mondiali: Bolivia, sogni ad alta quota

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0 against Bolivia in the opening game of the 1994 FIFA World Cup in the USA. (Photo by dpa Picture-Alliance via AFP)

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Una nazione che da secoli sfrutta la sua altezza per sorprendere gli avversari, politici e sportivi, ci riprova. Storia di squadre fantasma, strani cocktail, leader politici poco arrendevoli e battaglie internazionali

Giulio Di Feo

17 settembre 2025 (modifica alle 13:28) - MILANO

Trentun anni fa non c'era internet, non c'erano i cellulari, i social erano roba da romanzi distopici, e avevamo tutti paura del Diablo. Di lui si leggevano dispacci dal Sudamerica sui giornali specializzati, scrivevano che in campo faceva quello che voleva perché era nato coi piedi dei grandissimi e perché nessuno riusciva a contenerlo dentro a schemi o robaccia del genere. Che ti faceva arrivare a tanto così dai suoi occhi e poi non lo vedevi più perché ti aveva dribblato e ce l'avevi alle spalle, che i suoi tiri sfidavano le leggi della fisica, che lo picchiavano anche in due ma non provava dolore e si rialzava sempre, che i suoi balletti sulla palla avevano il potere di farti perdere il senno, che il suo nome veniva invocato con estasi satanica da un intero popolo per le strade, che sette mesi prima si era distrutto una gamba ma stava guarendo in tempi non umani. Poi arrivarono le figurine Panini di Usa '94 e lì del Diablo potevi vedere anche la foto, con lo sguardo indio cattivo, i capelli ricci neri come carbone, corti sulla fronte e lunghi dietro, impastati di gel e sudore, che cascavano sulle spalle. 

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