Cinquantasei partite, sei ruoli: da falso nove a difensore, l'Odissea di Koopmeiners nel mondo Juve

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Per cercare di rivitalizzare l'investimento da oltre 50 milioni, prima Thiago Motta e poi Tudor hanno schierato l'olandese in tutte le posizioni del centrocampo e dell'attacco, senza successo. La "spallettata" di Cremona ha funzionato, ma non è detto che sia riproposta a lungo termine

Fabio Russo

Giornalista

3 novembre - 09:43 - MILANO

Cambia che ti passa. In casa-Juve, per provare a a far fruttare i 53,1 milioni spesi per strappare all'Atalanta Koopmeiners, la massima è stata portata all'eccesso, ottenendo l'effetto contrario. In tredici mesi, l'olandese ha occupato 6 ruoli diversi in campo senza mai riuscire a incidere. Dagli inizi come trequartista nel 4-2-3-1 di Thiago Motta alla "spallettata" di arretrarlo sulla linea difensiva a Cremona sono trascorse 56 partite e 3.692 minuti giocati, ma in questo tourbillon di compiti e funzioni Koop ha finito per perdersi e venire via via schiacciato dal peso dell'investimento fatto per lui.

juve, tutti i ruoli di koopmeiners

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In primis, dicevamo, fu il trequartista: arrivato con un bagaglio di 15 gol e 7 assist nell'ultima stagione atalantina, l'olandese viene schierato dall'italo-brasiliano alle spalle di Vlahovic, contando che possa replicare in bianconero quegli inserimenti e quella conclusioni da fuori che l'avevano fatto conoscere in tutta Europa. Una preparazione precaria (dopo l'addio polemico a Bergamo), qualche grossolano errore sotto porta (a Genova colpì la traversa quasi dalla riga di porta) e una fastidiosa frattura alla costola finiscono per condizionare il suo avvio: Koopmeiners si avviluppa su sé stesso e le soluzioni di Thiago Motta per rilanciarlo finiscono per sortire l'effetto contrario. Al di là delle due partite giocate, contro Milan e Atalanta, da falso nove per lenire l'emergenza attacco, l'ex tecnico juventino prova ad arretrarne il raggio d'azione, ma poco cambia anche quando viene schierato da mezzala. L'unico tentativo (sporadico) che sembra dare qualche segnale di risveglio è nelle due occasioni (contro Cagliari in Coppa Italia e Monza in campionato) in cui Koop agisce da mediano davanti alla difesa, ma restano un episodio isolato. Così come le due circostanze in cui l'italo-brasiliano prova ad avvicinarlo alla porta, decentrandolo da attaccante di destra. Niente da fare: Koopmeiners continua a cambiare posizione, ma l'unica cosa che resta immutabile sono le sue prestazioni insufficienti.

koopmeiners difensore, solo in emergenza?

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Il destino non muta con l'approdo di Tudor in panchina: l'ex Atalanta nella mediana del 3-4-2-1 del croato continua a non incidere, così come quando viene riproposto da trequartista destro. Un infinito vagare qua e là per il campo, con il rendimento che resta mediocre e le pressioni che aumentano sempre più. "Sono un centrocampista", si era sfogato Koopmeiners dopo l'ultima gara di Champions in casa del Real Madrid, in cui era tornato a fare il regista davanti alla difesa. "In alcune partite ho giocato in una posizione non mia, troppo avanzata, ma io mi considero un centrocampista - aveva spiegato -: mi piace costruire gioco, gestire il pallone a centrocampo e cercare il passaggio giusto". "Per me è un mediano/mezzala, lo dice anche la sua storia, ma spesso ha giocato anche centrale di difesa e può essere anche messo lì per far iniziare bene l'azione", gli aveva strizzato l'occhio Spalletti nella conferenza stampa di presentazione, anticipando la mossa a sorpresa dello "Zini". Che potrebbe essere bissata in Champions contro lo Sporting causa indisponibilità di Kelly. Sesto ruolo, dunque, ma stavolta l'esperimento sembra interessante anche se avrebbe bisogno di tempo e di un lavoro collettivo per dare i suoi frutti. Come ha spiegato il neo-tecnico bianconero, infatti, la squadra ha teso a iniziare e concludere l'azione sullo stesso lato del campo, mentre per sfruttare i suoi inserimenti da dietro sarebbero necessari più cambi di campo improvvisi. In ogni caso, che sia qualche metro più avanti o più indietro, per Koopmeiners il tempo del cambiamento dovrebbe presto finire: per ritrovarsi, l'olandese avrebbe soprattutto bisogno di stabilità.

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