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È stato il vice di Benitez al Liverpool, si scambiava il cinque con Mou al Chelsea, poi la svolta come re dello scouting
Giorgio Burreddu
20 maggio - 10:37 - MILANO
A Wrexham guidava i pullmini delle squadre e si assicurava che i campi di gioco fossero a posto. E allenava tutte le fasce d’età, perché non c’erano abbastanza soldi per tanti allenatori diversi. “Allenavo dagli under 8 alla squadra giovanile, coprendo tutti gli aspetti dello sviluppo dei giocatori”, ha raccontato. In pratica: quando non c’erano i genitori, era lui che ascoltava i ragazzi e i loro problemi. Lee Congerton non ha mai avuto paura di sporcarsi le mani. E non dite che non ci sono più quelli che fanno la gavetta. Voleva fare il calciatore, ma il fisico e la fortuna gli si erano messi contro. Troppi infortuni, meglio cercare un’altra strada. Il padre, Dave, aveva giocato a Wrexham, una cittadina a nord-est del Galles dove estraevano carbone dalla miniera locale. Quando il figlio decise di smettere di giocare a pallone andò dai dirigenti del club e gli chiese una mano. Brian Flynn, l’allenatore, disse va bene. “Mi resi conto che avrei potuto guadagnare, così accettai e andai all’università”. “È stato un ottimo apprendistato. Sono stato molto fortunato ad avere quell’esperienza in giovane età, e questo mi ha permesso di fare carriera e arrivare dove sono oggi”, ha raccontato Lee molti anni dopo. A 51 anni, con quella punta di grigio nei capelli, Congerton è diventato l’uomo dei sogni. Si definiscono tutti così quelli che fanno scouting. E siccome al Milan hanno bisogno di tornare a sognare, beh, Lee sembra proprio l’uomo giusto. Quelli come lui sono dei football-hunter, dei cacciatori di taglie ma del talento. Girano per il mondo alla ricerca di calciatori per soddisfare i desideri della gente. Che c’è di male? Nulla, non fosse che il calcio di alto livello ha bisogno di diamanti ogni estate.