Dopo 28 mesi consecutivi di
"caduta" degli impieghi bancari alle imprese, dall'inizio
dell'estate c'è stata un'inversione di tendenza: negli ultimi
quattro mesi i prestiti sono tornati ad aumentare e, rispetto
all'inizio di quest'anno, lo stock erogato alle attività
economiche è cresciuto di quasi 5,5 miliardi di euro,
raggiungendo in termini complessivi la quota di 647 miliardi. E'
quanto risulta da un'indagine dell'Ufficio studi della Cgia di
Mestre (Venezia).
Tuttavia, precisa l'associazione di categoria, non tutte le
imprese hanno beneficiato di questa ritrovata disponibilità. Nei
primi sette mesi del 2025, infatti, alle attività con più di 20
addetti la variazione è stata positiva per +1,5% (+8,2 miliardi
di euro), ma quelle sotto i 20 addetti registrano un -2,8% (-2,7
miliardi). Eppure in Italia le aziende con meno di 20 addetti
costituiscono il 98% del totale e vi trova lavoro, al netto dei
dipendenti della Pubblica Amministrazione, quasi il 55% degli
occupati.
Quasi la metà delle province italiane non ha ancora visto
aumentare i prestiti bancari alle imprese. Le situazioni più
difficili permangono a Imperia e Prato, che hanno registrato una
diminuzione in valore percentuale (-5,6%) dell'ammontare del
credito alle imprese. Seguono Vercelli (-5,7% pari a -81,6
milioni) e Avellino con il -5,8% (-109 milioni). Tra le realtà
più virtuose Aosta, con un aumento del +18,3% (+284,6 milioni).
Segue Trieste con il +12,8% (+383,5 milioni) e Oristano con
+9,2% (+65,7 milioni). Tra le grandi aree economico/produttive
del Paese spicca il +4,1% di Roma (+2,3 miliardi) all'ottavo
posto, il +3,4% di Bergamo (+530 milioni) che è sedicesima, il
+2,6% di Firenze (+329,2 milioni) al 22/o posto e il +2,2% di
Milano (+2,3 miliardi) al 28/o.
Sempre tra il 31 dicembre del 2024 e il 31 luglio scorso, a
livello regionale spicca la contrazione degli impieghi
registrata in Veneto, con un andamento che dura
ininterrottamente dal 2011. In questi ultimi sette mesi
monitorati dalla Cgia, le banche hanno decurtato alle imprese
868 milioni (-1,4%) di prestiti. Secondo l'ufficio studi la
"scomparsa" di Antonveneta (2013), di Veneto Banca, della Banca
Popolare di Vicenza e del Banco Popolare (2017) continuano a
produrre effetti negativi ancora adesso. Male anche l'Umbria
(-1,4% pari a -125 milioni) e il Molise (-2,1% pari a -28
milioni).
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