Cairo: "Torino, con Simeone un attacco potente. Ora la rosa è completa al 95%"

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Il presidente granata: "Abbiamo sei attaccanti tutti di altissimo livello, più Njie che è un giovane di grande talento. Il Cholito lo volevo già nel 2017 ma..."

dal nostro inviato Mario Pagliara

7 agosto 2025 (modifica alle 23:02) - ALESSANDRIA

L’atterraggio di Giovanni Simeone accende i sogni in una calda notte d’agosto. E, mentre intorno a lui ad Alessandria c’è un Mamma e Papà Cairo che mette in vetrina i campioni del futuro, il presidente granata, Urbano Cairo si coccola i volti da copertina del Toro d’oggi. Perché insieme ed intorno al Cholito c’è un reparto d’attacco divenuto sulla carta esplosivo e che promette bollicine. “Abbiamo un attacco veramente potente, ho una gran voglia di vederlo”, riflette un soddisfattissimo Cairo che, nel giorno di apertura del memorial dedicato ai genitori, ha fatto al Toro un regalone acquistando Simeone. “Abbiamo sei attaccanti tutti di altissimo livello, sono sei per quattro posti ragionando sul modulo 4-2-3-1. Sto parlando di Ngonge, Abukhlal, Adams, Vlasic, Zapata, Simeone, ma nel discorso inserisco anche Njie che è un giovane dal grande talento. Quindi sette. Possiamo giocare anche con il 4-4-2, e avremmo anche in quel caso delle alternative di grandissima qualità”. Scatenato sul mercato, il Toro guarda all’inizio del campionato con fiducia e motivato a mille ma… “io non mi voglio esaltare – sottolinea Cairo -, sono contento che abbiamo tutti questi giocatori così forti. Dobbiamo far sì che questo attacco produca”. 

la carta coperta

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Sette giorni fa, nella presentazione di Baroni, indicò le priorità sul mercato. Disse: “Un terzino sinistro, un esterno d’attacco e una carta coperta”. E adesso può svelare: “Il nostro obiettivo era prendere Simeone, che era la mia carta coperta: quando parlai della carta coperta pensavo proprio a lui. Fortunatamente è arrivato, sono contentissimo”. E allora, il ragionamento può ripartire dal Cholito: “Abbiamo fatto un passo importante – prosegue Cairo -, adesso siamo davvero al 95% dell’organico (una settimana fa indicava il 90%, ndr). Il mister Baroni è molto contento, tutti molto motivati: dobbiamo lavorare affinché questa squadra ci dia dei risultati adeguati”. E siccome si ragiona sul mercato, c’è un’idea rispetto alla quale la porta non pare chiusa: “Il ritorno di Elmas? Oggi abbiamo tanti attaccanti esterni che sono dei titolari dappertutto, però poi vediamo… Il mercato presenta sempre delle sorprese”. 

nel 2017

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Quando il discorso torna sul Cholito, svela un aneddoto. “Lo seguo da una vita, tant’è che mi ricordo che parlai di Simeone con l’allora presidente del Genoa Preziosi, nell’estate 2017, a Forte dei Marmi. Lo volevo prendere dopo la sua prima stagione in Serie A, ma Preziosi non me l’ha venduto e poi la diede alla Fiorentina. Ricordo, anche, quando segnò quattro gol col Verona alla Lazio (Verona-Lazio 4-1, 24 ottobre 2021, ndr). Negli anni di Napoli vedevo che veniva impiegato poco, e ho sempre provato a vedere se potevo prenderlo ma non volevano darlo. Finalmente, quest’estate, il Napoli si è reso disponibile”. 

il rito

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Si è creato un feeling particolare tra Napoli e Toro. In azzurro è andato Milinkovic, al Filadelfia sono arrivati Ngonge e il Cholito. “Ho parlato con De Laurentiis, perché quando ci compriamo giocatori abbiamo una tradizione: uno dei due chiama l’altro – dice Cairo -. Mi ricordo che Aurelio mi chiamò quando gli vendetti Maksimovic, l’anno scorso per Buongiorno mi ha ancora chiamato lui. Quest’anno, invece, l’ho richiamato io dopo la cessione Milinkovic e l’ho richiamato ancora io dopo Simeone e gli ho detto ‘la tradizione non va rotta’. L’unica volta che non ci siamo sentiti è stato quando noi abbiamo preso Verdi, che è stato il mio acquisto più costoso ma purtroppo al Toro non ha fatto bene come sperava lui e come speravo io”. 

obiettivi

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Sugli obiettivi il presidente Cairo ribadisce: “È evidente che siamo qua per fare meglio e per migliorarci dopo l’ultimo campionato. Lasciamo che il campo dica se le scelte fatte siano state quelle giuste per puntare più in alto”. C’è anche lo spazio per fare una battuta in una serata nella quale è circondato da tutta la famiglia. Gli chiedono se in famiglia c’è qualcuno che possa raccogliere il suo testimone da presidente del Toro, risponde: “È un mestiere difficile quello del presidente, non so se augurarlo a uno dei miei figli – racconta Cairo -. Io lo faccio volentieri, perché è per me una passione. Non mi do mai per vinto. Nonostante siamo reduci da una stagione in cui mi hanno contestato, ho cercato di fare sul mercato molto meglio rispetto alle sessioni precedenti. Io non mollo e non demordo”.

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