Brescia e Samp, che guai. Maran ora rischia, Evani spera in Coda

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Ira di Cellino, che valuta le opzioni Bisoli e Venturato: decisiva la sfida con il Cittadella. Il tecnico blucerchiato: "Manca temperamento"

Filippo Grimaldi

Giornalista

27 aprile - 11:19 - GENOVA

Il calcio alla rovescia. Lo spareggio playout di oggi, a quattro turni dalla fine della stagione regolare? Sarebbe Brescia-Sampdoria, cioè fra due delle squadre di B accreditate ad inizio stagione di ben altre ambizioni ed obiettivi. Eppure questa è la realtà. La squadra di Maran è caduta ancora una volta in casa con il Pisa, la Samp è naufragata a Carrara. Ma cosa succede a queste due big decadute? 

Qui Brescia

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Alta tensione in casa dei lombardi. Il presidente Cellino ha lasciato lo stadio Rigamonti dopo il primo tempo della partita persa con la squadra di Filippo Inzaghi (non era mai successo) e dopo una notte di tormenti ha fatto arrivare tutta la sua delusione a Maran. Il presidente spera nelle dimissioni del tecnico, che però gli ha fatto sapere attraverso il direttore sportivo Castagnini di non voler fare passi indietro: sente di essere ancora alla guida di un gruppo vivo che può salvarsi ed è concentrato sulla sfida decisiva di giovedì prossimo a Cittadella, scontro diretto a questo punto cruciale. Mancano quattro partite, il rischio dei playout è concreto come quello della retrocessione diretta. Nelle ultime ore sono circolati nomi di possibili sostituti in panchina: Venturato e Bisoli (già subentrato nel corso della stagione e tuttora sotto contratto, 6 pareggi e una sconfitta nel suo interregno), però ad oggi l’impressione è che resti in sella Maran. 

Qui Sampdoria

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A Bogliasco, invece, sono ricaduti nei vecchi errori. La testa. Il carattere. Il temperamento. Questa Sampdoria è modesta sul piano tecnico, ma maledettamente carente su quello mentale e allora il compito di risollevarla rischia di diventa improbo (o impossibile?) anche per quelli della Sampd’oro, come Evani e Lombardo, che dal primo giorno hanno provato a trasmettere questo profondo senso di appartenenza ai colori blucerchiati allo scopo di risvegliare le coscienze. Ieri mattina la squadra è tornata al lavoro, e oggi il programma proseguirà in maniera identica, perché la Cremonese è dietro l’angolo e per evitare la prima retrocessione in C della sua storia, la Samp ha solo quattro gare a disposizione. E con poche alternative. Meulensteen, ad esempio, mai ha acceso la luce, dopo avere dovuto sostituire Sibilli, che pure ieri ha lavorato a parte ed è a rischio anche per la gara di giovedì con la Cremonese. E’ vero che l’ingresso di Oudin ha migliorato la situazione nel finale, e che Niang ha colpito una traversa su punizione nella ripresa, ma l’apporto dei cambi rispetto alla gara con il Cittadella è stato insufficiente. La fiducia di Evani ("dobbiamo cambiare atteggiamento") mette a nudo un malessere già evidenziato dai suoi predecessori, ma nessuno aveva trovato la cura. Squadra spenta, manca la coralità del gioco e non si vedono grandi possibilità di cambiare, con un calendario che fra l’altro fa paura. Giovedì potrebbe tornare Coda titolare, forse ritoccando il modulo. Ma basterà?

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