Tantissimi bolognesi e tantissimi
personaggi di spicco della storia del basket italiano - raccolti
in una chiesa di San Girolamo gremita e molte persone sul
piazzale della Certosa - hanno salutato per l'ultima volta,
Marco Bonamico, il 'Marine' della pallacanestro tricolore,
stella sui parquet con le maglie della Virtus, della Fortitudo,
Siena, Milano, Forlì, Napoli e Udine, morto lunedì a 68 anni. Ai
funerali del campione genovese - che, chiusa la carriera è stato
anche brillante telecronista Rai e presidente di Giba e Legadue
- si sono raccolti diversi ex giocatori, compagni di club e
Nazionale, con cui vinse l'argento alla Olimpiadi di Mosca nel
1980 e l'oro agli Europei di Nantes nel 1983 come Dino Meneghin,
Ario Costa, Walter Magnifico, Pietro Generali, Roberto
Brunamonti e Renato Villalta. Visti alle esequie, tra gli altri,
anche coach Ettore Messina, gli ex virtussini Gus Binelli, Lauro
Bon e Alessandro Abbio, gli ex fortitudini Giacomo Zatti, Nino
Pellacani e Giacomo Galanda.
"Ho perso un amico, un compagno, ma soprattutto un fratello
- racconta ai microfoni della Tgr Emilia-Romagna, Renato
Villalta -: io avevo questo rapporto con Marco che era
reciproco. Quando si perde una persona di questa caratura ti
lascia un vuoto incredibile". "Marco - osserva Brunamonti - era
un grande giocatore, questo lo sapevamo, lo sapevate tutti. Era
una persona ottima, veramente ironica, colta. Quando vai via a
68 anni è troppo presto".
Bonamico, ricorda l'ex coach della Vu Nera, Ettore Messina,
"sapeva sempre tutto di tutto: aveva questa personalità
straripante, nel senso positivo del termine, un giocatore che
l'anno della stella giocò partite importantissime per aiutarci
insieme a Renato, a Roberto e tutti gli altri a vincere lo
scudetto". Il ricordo di Meneghin: "Mi piaceva moltissimo. Al di
là della grinta in campo anche per la per la bellezza della
persona fuori del campo: disponibile, allegro, giocoso, pronto
alla battuta, mai banale".
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