Bentornata Cantù: si riprende la Serie A dopo quattro anni. È già futuro: nuova casa nel 2026

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Battuta Rimini 3-0 nella finale promozione. Coach Brienza: "Ritorniamo dove eravamo abituati a stare". Ora il palasport

Dalla nostra inviata Giulia Arturi

13 giugno - 23:43 - DESIO (MB)

La grande, piccola Cantù torna al posto che le spetta: la Serie A. In un palazzetto di Desio traboccante di entusiasmo, arriva la vittoria decisiva contro Rimini: il 3-0 che sancisce la promozione dopo quattro stagioni di purgatorio. Il basket italiano d’eccellenza recupera una protagonista storica e il presidente Roberto Allievi, stravolto dalla felicità, rappresenta la continuità fisica con i gloriosi anni ‘60, ‘70 e ‘80, quelli della guida di suo padre Aldo, degli scudetti e delle Coppe dei Campioni. Lo spirito dei Marzorati e dei Riva è sempre qui. Cantù è uno di quei posti dove la tradizione si sente, tramandata per generazioni. Una per tutti: Nonna Paola, 94 anni, abbonata da sempre, quel cappellino della Coppa dei Campioni vinta a Grenoble nel 1983 lo conserva ancora con gelosia. La maglia ieri sera però non pesava, era un’armatura, leggera e inscalfibile. L’atmosfera è da pelle d’oca. Rimini nel terzo quarto è arrivata fino al +13. Poi De Nicolao prende per mano tutti, con Baldi Rossi: 23-3 di parziale, non si sente più niente, solo il tifo. Si chiude 85-80, la gioia non si tiene più.

tradizione

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Si chiude un cerchio per coach Nicola Brienza, canturino doc, figlio cestistico della sua città, dove ha iniziato giocando a minibasket, poi allenando le giovanili e dove era già stato capo allenatore due volte. È tornato dopo tre anni a Pistoia, da miglior allenatore della serie A. Proprio con i toscani aveva eliminato Cantù due anni fa, costringendola a riprovarci, ancora. Il coach ha saputo presentare la squadra al momento più importante nella miglior forma. Gli infortuni e le cinque sconfitte di fila tra gennaio e febbraio hanno fatto sfumare l’ambita promozione diretta, ma da lì la pressione è diventata uno stimolo. La vittoria della Coppa Italia a febbraio è stata gioia e consapevolezza. "Rimini è stata eccezionale. Noi siamo stati bravi, come in tutta la serie, a trovare più energie nell’ultimo quarto. Siamo partiti dicendo che dovevamo salire e quando devi vincere non è mai facile. Non era scontato, quindi grazie ai ragazzi e a questo pubblico. Siamo tornati dove siamo abituati a stare", commenta con emozione il coach. De Nicolao, Moraschini e McGee, con la stella Grant Basile (mvp della finale) hanno guidato un roster profondo, con il coraggio di vincere: Valentini, Piccoli, Possamai, l’estone Riisma, il capitano Baldi Rossi, i lunghi Hogue e Okeke. Dopo aver subito la rimonta della Fortitudo nei quarti, da 0-2 a 2-2, in gara-5 i canturini erano con il fiato sospeso. Ma portata a casa quella vittoria, Cantù non si è più fermata: 3-0 a Rieti in semifinale, 3-0 a Rimini in finale.

futuro

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La festa di ieri ha avuto una lunga gestazione: a febbraio del 2019 aveva chiuso un passaggio turbolento, con la società di azionariato popolare Tutti Insieme Cantù, che rilevò il club dal precedente proprietario Gerasimenko, prima volta in Italia. Cantù è sempre stata della sua gente. Nel 2021 la retrocessione, un colpo al cuore. Risalire non è stato così facile, sul più bello nelle stagioni passate era mancato sempre qualcosa. Ieri sera c’era tutto: anche la tensione, ma soprattutto la forza della squadra. Sarà un ritorno al futuro per Cantù: una realtà moderna, forte grazie alle eccellenze imprenditoriali del territorio, con una visione. La nuova arena, che raccoglierà l’eredità morale del mitico Pianella, procede, se tutto va secondo i piani sarà inaugurata ad ottobre 2026, pronta per la stagione 2026/2027: una struttura polifunzionale da 5200 posti, museo della società, bar ristoranti, uffici, campo di allenamento. Ecco il futuro.

Grant Basile Nazionale Italiana Maschile Senior Eurobasket 2025 - Qualificazioni Islanda - Italia Reykjavik, 22/11/2024 Foto M.Ceretti / Ciamillo-Castoria
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