Basile: "Il tiro ignorante? Frutto del lavoro. Ora sono libero tra ulivi e cani da salvare"

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 07/03/2005
CATEGORIA : 
SPORT : Pallacanestro
AUTORE : Agenzia Ciamillo-Castoria/L.Villani

intervista

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Ha fatto canestri pesantissimi in Nazionale e in molte delle squadre più vincenti: "Ma ho convissuto a lungo con ansia e paure: ne sono uscito allenandomi il doppio"

Giulia Arturi

Giornalista

12 maggio - 07:30 - MILANO

L'uomo dei momenti decisivi: in Nazionale, nei club. Dei canestri pesanti, delle partite indimenticabili. Gianluca Basile, per il nostro basket, è stato uno dei campioni più grandi ed emozionanti. E lo è diventato convivendo con ansie e paure, accettandole, trovando il suo modo di non farsi schiacciare. L’uomo del 'tiro ignorante' (apparentemente impossibile, improvviso ndr), per noi. Per lui era altro: “Di ignorante non aveva niente: era frutto di lavoro, convinzione e determinazione. Un’etichetta che nacque per gioco, poi è diventata una mania... e ce la teniamo!”. Gianluca era un compagno di squadra speciale: “Mi dicono che è impossibile litigare con me. Certo, in campo ci si scontrava, ma finiva lì. Conta trovare le soluzioni, insieme”. Era il giocatore dell’istinto, del lavoro, della passione, ma anche l’uomo delle riflessioni sulla vita, della felicità. E delle mille risorse. Il mondo del basket quest’anno l’ha ritrovato in apprezzate interviste per la Lega: “Basketball & Conversation”. Ci era mancato. 

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