Il Suv sarà fabbricato a Cassino e potrebbe perfino utilizzare un nome differente, ma per ora esiste sono nella variante elettrica: l’adattamento ai motori a combustione non sarebbe neppure cominciato
Gianluigi Giannetti
25 maggio - 14:29 - MILANO
"Progetto da ridefinire, arrivo in netto ritardo sul mercato". Al flusso di indiscrezioni giunte nelle ultime settimane si aggiungono ora informazioni più circostanziate. Attorno alla nascita di nuova Alfa Romeo Stelvio, di cui sono circolate nelle scorse settimane alcune immagini non ufficiali, pare si stia giocando una partita estremamente complessa. Che potrebbe portare allo spostamento molto in avanti del lancio della vettura, presumibile ormai ben oltre l’orizzonte massimo previsto, cioè entro le prime settimane del 2026. Appena il 19 marzo scorso il presidente di Stellantis, John Elkann, davanti alle commissioni riunite Attività produttive di Camera e Senato confermava che "nello stabilimento di Cassino si sta installando la piattaforma Stla Large per la produzione delle le nuove generazioni di Alfa Romeo Stelvio, che presenteremo a fine anno, e Alfa Romeo Giulia, attesa nel 2026". Tuttavia, secondo quanto risulta a Gazzetta Motori, è in atto un ripensamento sulle effettive potenzialità della piattaforma Stla Large e questo sarebbe alla base della ridefinizione dell’intero progetto, forse anche sul nome del modello, con inevitabili conseguenze sul processo di rilancio del marchio e sulla occupazione dello stabilimento di Cassino. Cosa è successo fin qui?
Il dubbio dell'elettrico
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Ad anticipare la situazione pensava il 17 maggio scorso il segretario provinciale dei metalmeccanici Cisl, Mirko Marsella: "Sulle linee è tutto pronto ma è la vettura a non essere pronta. Le nuove Alfa erano programmate in versione solo elettrica, ma ormai s’è capito che unicamente l’ibrido riesce a vendere e quindi si sta lavorando per produrre la Stelvio anche con l’endotermico". È un fatto che la effettiva domanda di vetture elettriche risulti inferiore a quelle attese sul mercato europeo che giustificavano la nascita dei modelli su piattaforma modulare Stla Large, concepita fin dall’inizio esclusivamente per vetture a batteria. Nei mesi si sono alternate aperture sempre più frequenti dell’azienda, che ha confermato ripetutamente come fosse "in valutazione" la produzione di Alfa Romeo Stelvio anche in una versione ibrida, a benzina o gasolio, di cui non erano note le specifiche. Secondo voci di stampa, Stelvio e Giulia sarebbero in ritardo proprio perché la piattaforma Stla Large non riuscirebbe ad ospitare per ora motorizzazioni ibride, guardando nello specifico a quelle di tipo plug-in hybrid. A quanto risulta a Gazzetta Motori, che ha interpellato direttamente le rappresentanze Fim-Cisl della fabbrica di Cassino, la situazione pare perfino più complessa. Infatti è stato dichiarato che "del processo di adattamento e transizione della piattaforma Stla Large su Alfa Romeo Stelvio e Giulia non si hanno attualmente notizie", con l’ultimo aggiornamento ai lavoratori che risale al gennaio scorso e risoltosi in una generica "evidenza di opportunità" nel dotare Stelvio e dunque anche Giulia di motori a combustione, anche se non esiste finora nessun esemplare di preserie equipaggiato con questa soluzione. Stellantis sarebbe dunque ferma alla sola ipotesi di riallineare la piattaforma Stla Large, che comporterebbe una ridefinizione meccanica non trascurabile tanto per Alfa Romeo Stelvio che per Giulia. A conferma della delicatezza della situazione, arriva una dichiarazione ufficiale che fotografa la fase di ripensamento: "Stellantis fa sapere, tramite un portavoce dell’azienda, che sta lavorando su un aggiornamento del piano dedicato all’Italia. Il piano prevede un ampliamento e una rimodulazione delle attività nel Paese, alla luce delle attuali condizioni di mercato, delle incertezze sulle regolamentazioni Ue e dell’effetto dei dazi. Un dialogo costruttivo è in corso nelle sedi opportune". D’altro canto, nuova Stelvio condivide la stessa architettura con la sorella statunitense Dodge Charger, disponibile con motore 3 litri benzina 6 cilindri in linea turbo siglato Hurricane, nelle due varianti da 420 Cv e 550 Cv. Ovvia però l’esigenza di articolare in modo più ricco la gamma, a livelli inferiori.
Rischio cassino
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Secondo la più recente analisi realizzata dal sindacato Fim-Cisl, lo stato di salute dello stabilimento di Cassino è già piuttosto preoccupante. La produzione nel primo trimestre 2025 corrisponde a 4.655 unità, in calo del 45,5% rispetto allo spesso periodo del 2024, toccando il minimo storico dell’impianto. Nel 2017 produzione è stata sette volte superiore. Quella attuale è rappresentata per il 26% da Alfa Romeo Giulia, il 53% dall’Alfa Romeo Stelvio e il 20% dalla Maserati Grecale, quest’ultima prodotta nella versione full electric. Da oltre un anno l’impianto è organizzato su un solo turno di lavoro, con i 2.445 operai soggetti ad una proroga del contratto di solidarietà in deroga, esteso dal 26 aprile 2025 al 25 aprile 2026. Nella riunione del 25 marzo scorso tra azienda e rappresentati dei lavoratori si era già giustificato l’ulteriore ricorso agli ammortizzatori sociali per il ritardo sulla tabella di marcia del debutto di nuova Alfa Romeo Stelvio, con la previsione di uno spostamento dalla fine del 2025 ai primi mesi del 2026. Previsione che dunque oggi appare piuttosto ottimistica.