Zador firmò col sangue la sua libertà. E l'Ungheria fece la rivoluzione

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1956: i carrarmati sovietici invadevano Budapest e la nazionale di pallanuoto si preparava per le Olimpiadi di Melbourne. Dove arrivarono in finale contro l'Urss e vinsero la partita del secolo, grazie anche a un eroe che sosteneva che "non puoi essere il giocatore del secolo con una museruola in bocca"

Alessandra Giardini

23 agosto - 12:31 - MILANO

I figli di Ervin Zador l’hanno capito da soli chi era. Piano piano, ricostruendo gli indizi, ascoltando mezze parole, mettendo insieme le prove. A casa lui non parlava mai del suo passato, non raccontava mai di essere stato un eroe, e anche quella cicatrice, una piccola mezzaluna sopra l’occhio destro, era lì da sempre, non c’era ragione di chiedere come se la fosse fatta. Erik e Christine avevano un trucco: quando lui li portava alle gare facevano finta di dormire sul sedile posteriore dell'auto, ma non dormivano davvero. "Lo sentivamo raccontare storie, cose che probabilmente non avremmo dovuto sentire". 

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